Suonate nelle scuole!
Ramin Bahrami
Claudio Abbado considerava l’ascolto come la
principale qualità di un essere umano. E invece voi, cari amici, non
sapete più ascoltarvi, nè incontrarvi. Io vi ho dedicato delle messe,
l’arte della fuga, il Clavicembalo ben temperato, definito dal
critico tedesco Hans von Bülow, come «l’Antico Testamento della musica
per strumenti a tastiera», dove ho messo a confronto le voci più diverse
tra loro facendole cantare simultaneamente, senza creare conflitti, e
insegnando ai giovani la possibilità e la bellezza del dialogo. Perché
dove ci si ascolta non c’è il pericolo di guerra. E, invece, dove non
c’è cultura, dove non c’è bellezza e manca quel ponte inesauribile di
luce che si basa sull’armonia e l’amicizia tra i popoli, nascono gli
egoismi e tutti i conflitti che lacerano il nostro mondo.
Nelle vostre scuole non vi preoccupate di insegnare la musica, avete
sostituito i valori fondanti che distinguono l’essere umano da un
umanoide, con quelli dei social network. Preferite non avere
contatto gli uni con gli altri e nascondervi dietro le mura dei vostri
computer, ma la vera amicizia, la vera Cultura è ben altra cosa. Basta
ascoltare le mie invenzioni, le mie fughe per capire quant’è
bello fare andare d’accordo contemporaneamente più realtà diverse. La
musica ci insegna questo, l’arte delle muse ama le differenze. È inutile
che erigiate muri perché ogni muro che viene costruito elimina un
possibile ponte di luce e di fratellanza. La salvezza sta in un mondo dove tutti possono dire la loro opinione ed esprimere le proprie differenze. I vostri muri finiranno per imprigionarvi ancora di più. Vi prego di ascoltare un vecchio uomo di quasi trecento anni che vuole illuminarvi sugli aspetti della polifonia, poiché soltanto in una società polifonica avremo la possibilità di arrivare alla completa comprensione. Perché ove non c’è comprensione, non c’è cultura, non c’è armonia tutto finisce, tutto viene sostituito da finti valori, falsi miti, commercio spudorato non proiettato allo spirito.
Cari fratelli, vi prego, ascolate le Sinfonie, l’arte della fuga, quell’emblema della fratellanza che è il Clavicembalo ben temperato, dove le note vengono letteralmente temperate perché siano l’una a favore dell’altra e dove tutti possano esprimere la propria diversità senza compromettere la libertà e senza dare sfogo a inutili ostentazioni che risucchieranno in modo violento tutto ciò che ci ha reso grandi.
Cari fratelli italiani, guardate al vostro passato, guardate a Leonardo Da Vinci, a Michelangelo, a Cimabue, ad Antonio Vivaldi, Benedetto Marcello, Claudio Monteverdi. Questi sono i vostri eroi. Mi dispiace vedervi emozionati di fronte a manfestazioni che non dicono nulla di nuovo, spesso confondete la vera musica con umori stentati ed ossessionati, scambiate le canzonette con i capolavori; eleggete a vostri eroi, calciatori e piloti, sebbene la vera cultura stia nelle vostre radici. Siate fieri di ciò che i vostri avi hanno creato e cercate di farne tesoro. Questo quanto vi dice un vecchio nonno di nome Johann Sebastian Bach, amante della cucina, delle donne, del vino, della bellezza, un affettuoso nonno col parruccone bianco che vi vuole bene, ma allo stesso tempo ha bisogno che crediate in tutto quello che noi prima di voi e per voi abbiamo creato.
Un mio interprete orientale di nome Ramin Bahrami, qualche anno fa ha sostituito Facebook con FaceBach e mi ha fatto un grande dono: in quell’occasione più di undicimila persone da tutto il mondo sono venute nella magnifica città di Firenze per omaggiare la mia musica, e oltre cinquantamila persone hanno ascoltato in streaming le manifestazioni che passavano a Firenze nel religioso tempio della bellezza del Palazzo dei Cinquecento, e in altri luoghi della città come cinema, piazze e caffè. Per tre giorni si parlava della mia musica.
E la musica è un eccezionale strumento di aggregazione dei popoli. In particolare la musica polifonica ci dà la possibilità di avere vedute melodiche orizzontali. Ma che cos’è la polifonia? È quel dono che solo la musica colta può farci, è quell’arte dove puoi far parlare contemporaneamente più voci. Mentre se due persone parlano contemporaneamente c’è cacofonia, un disastro totale, come avviene spesso nei talk-show politici, nella polifonia invece non c’è mai il rischio che il messaggio possa essere confuso o oscurato dalla mancanza di chiarezza. La musica rende tutto questo possibile e per questo vi dono le mie invenzioni, educandovi alla sublime arte della composizione. Un mio grande erede, Ludwig van Beethoven, antesignano del Nuovo Testamento della musica, ha detto che non dovrei chiamarmi Bach (in tedesco: ruscello) bensì «Meer» (mare), riferendosi alla straripante abbondanza e varietà delle mie composizioni.
L’augurio che faccio all’umanità è quello di recuperare la propria fantasia e la libertà, che nasce solo dove c’è il bello. E auguro a tutti di riscoprire il fuoco sacro per ritornare a risplendere con la musica, con la cultura e, solo in questo modo, realizzare un mondo davvero armonioso e pacificato.
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IL SOLE 24 ORE 25 SETTEMBRE 2016
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