21 luglio 2013

LE TRE ETA' DELLA DONNA

E. Munch


Breve anticipazione su "Sphinx" o "Le tre età della donna" (1894 - Bergen, Rasmus Meyer Collection) di Edvard Munch
 
 
A meno di trent’anni, mentre in Francia con una borsa di studio si perfezionava nel mestiere della pittura, concepì un ciclo di quadri che poi intitolò il Fregio della Vita: in essi intendeva raccontare ogni aspetto di quella battaglia tra uomo e donna chiamata amore. La vita di ogni anima, ma in primo luogo la sua. Credeva nell’arte come esame di coscienza, comprensione della realtà attraverso la rielaborazione delle esperienze personali: insomma, autobiografia.

Sphinx è un modello di semplificazione e sintesi. Gli esseri umani e i tronchi formano linee verticali, come colonne. La frontalità rende le figure solenni e remote. Solo l’onda sinuosa della spiaggia rompe la staticità della composizione e suggerisce lo spazio. Ma la natura è diventata astrazione e simbolo. Il quadro, dai colori smorti, è diviso radicalmente in due dalla luce - di qua il chiarore di un’estiva notte boreale, di là ombra e tenebra fitta. E’ da questa che bisogna partire: a destra, contro un tronco, c’è un uomo pensoso e melanconico. La colatura rossa allude al suo cuore sanguinante. E’ l’Edipo al bivio, che come l’eroe mitico per salvarsi deve rispondere al quesito della Sfinge. Nel suo caso: cos’è, la donna? Le tre figure femminili rappresentano la sua risposta.

N.B: Il racconto integrale di Melania Mazzucco sarà pubblicato su Repubblica il 21 luglio e da lunedì su questo sito

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