22 aprile 2016

LE RADICI DELL' INDIFFERENZA SECONDO PINO BATTAGLIA









Foto di Letizia Battaglia


In un articolo corsaro del compianto Giuseppe Battaglia, scritto in margine a uno dei tanti "Funerali di Stato" celebratisi a Palermo,  si trova scritto:

"La violenza che è  nell'indifferenza, a Palermo, ovunque la respiri. Negli occhi degli uomini, vuoti, come l'occhio della capra. Negli occhi impertinenti dei bambini che, in questa sciagurata città, la vita porta a disprezzare sè e gli altri. Non è problema di educazione e rieducazione; la violenza che è nell'indifferenza, soglia di ogni male, affonda le radici, per fermarci alle cose vicine, in quella classe di inetti e spergiuri che, da trent' anni, ha governato all'insegna del detto "tiriamo a campare" (o ad ammazzare), assopendo la coscienza dei molti, consentendosi rapacità principesche. Da educare e rieducare c'è soltanto la classe politica al potere."


* Il poeta di Aliminusa ha scritto queste parole nel novembre 1979. Ma le cose che scrivono i poeti resistono al tempo.




1 commento:

  1. Riprendo da FB alcuni commenti pervenuti:

    Salvatore Bivona: Noi, a ragione, ce la prendiamo sempre col governo mm.....ogni popolo ha il governo che si merita, proverbio russo

    Silvana Cafarelli: "E' certo che i popoli sono alla lunga ciò che i Governi li fanno essere" (Rousseau)... Non sono d'accordo. E' vero che i popoli hanno, per certi versi, una visione meno "ampia" di chi sta al Governo, ma è pur vero che sono comunque i popoli (a meno di trovarsi in regime dittatoriale) a scegliere chi li debba rappresentare. Rousseau, con quella riflessione, sottrae ai popoli responsabilità che, a mio modestissimo parere, andrebbero equamente spartite con i Governi.

    Francesco Virga: Può essere, indubbiamente, utile continuare a credere nel rapporto dialettico tra governanti e governati, tra dirigenti e diretti ; ma mi sembra realistico sottolineare il peso e la responsabilità maggiore che hanno i primi rispetto ai secondi.

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