06 dicembre 2017

CARLO CECCHI INTERPRETA PIRANDELLO: nella vita meglio fingersi pazzi.





         L’Enrico IV di Luigi Pirandello portato in scena magistralmente da Carlo Cecchi è un mix di allegria e freschezza, uno spettacolo che si segue senza mai annoiarsi: una gustosa interpretazione e un intelligente adattamento.

         Carlo Cecchi ci restituisce un essenziale Enrico IV, sfrondato dagli orpelli e dalla retorica pirandelliana, e in modo efficace ci mostra l'utilità della follia e della finzione teatrale per criticare l'ipocrisia e la falsità dalla cosiddetta "opinione pubblica".

         Al teatro Biondo di Palermo fino al 10 dicembre.

3 commenti:

  1. Dal mio diario FB riprendo alcuni commenti:

    Antonina LiCastri: Avevo I biglietti per tutte e due le opere qui a NY al Cherry Lane Theater. E purtroppo non sono potuta andare, quanto mi e' dispiaciuto.


    Nino Pepe: Vorrei capire il senso del commento di Franco. Se il testo è quello di Pirandello e in quel testo ci sono orpelli e retorica, come si fa a recitare quel testo sfrondandolo dei suoi componenti?

    Francesco Virga:
    Caro Nino, ogni autentico regista nello stesso momento in cui sceglie un testo classico, mettendolo in scena, lo fa suo in modo originale. Carlo Cecchi nelle note di regia del suo Enrico precisa le ragioni che l'hanno spinto a fare i tagli che ha operato e l'aggiornamento del linguaggio pirandelliano. E non si e' limitato a fare questo...Non aggiungo altro x evitare di togliere il piacere della scoperta a chi ancora non ha visto lo spettacolo. Quello che posso assicurare e' che l' operazione compiuta da Cecchi risulta piu' che convincente.

    Nino Pepe: Ok, basta dirlo e soprattutto basta scriverlo nel manifesto che si tratta di un Pirandello rimaneggiato ed adattato.

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  2. Sofia Vitale: Lo vedrò sabato.

    Pierangela Bascone: Scandaloso riferirsi a Pirandello parlando di "orpelli e retoricq"

    Francesco Virga: Amo scandalizzare...

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  3. Cristiana Scandolara: Ha ragione Pierangela, dove si troverebbero orpelli e retorica?

    Francesco Virga: Cristiana, un pò di enfasi retorica si trova anche nell'opera di Pirandello. Nel caso specifico, il regista, che conosce bene il suo mestiere, ha operato dei tagli nel testo pirandelliano rendendolo, secondo me, più essenziale ed efficace.

    Nino Pepe: Pirandello è quello che tutti conosciamo, o almeno dovremmo conoscere. O si rappresenta così com'è oppure lo si lascia in pace. Al limite, si dice chiaro nelle locandine e nei manifesti che il testo dell'autore è stato tagliato o modificato.

    Daniela Tuscano: Sono d'accordo, il nucleo essenziale è intatto, soprattutto i valletti nel primo atto erano efficaci, ma poi lo si è scarnificato e a volte banalizzato. Con la scusa dell'enfasi retorica si finisce per immeschinire un testo. Il pezzo sul prete irlandese era bellissimo ed è finito nel dimenticatoio. No, Enrico IV doveva esser rappresentato per come era. Nemmeno io sono rimasta soddisfatta. Molto meglio il grande Glauco Mauri, che applaudii vent'anni fa.

    Francesco Virga: Naturalmente tutti i punti di vista, in questo campo, son legittimi. A questo punto, mettendo da parte la mia opinione, mi pare giusto dare la parola allo stesso regista: " Enrico IV fu scritto per Ruggero Ruggeri, il "grande Attore" del primo 900. [...].Prima di tutto ho ridotto drasticamente molte delle lunghissime battute del Grande Attore; conseguentemente gli altri personaggi acquistano un rilievo che, soverchiati dal peso del protagonista, rischiano di perdere. In alcuni dialoghi ho "tradotto" la lingua dell'originale in una lingua teatrale a noi più vicina. Inoltre ho fatto della follia di Enrico IV, che nell'originale ha una causa clinica, una scelta dell'attore dettata da una sorta di vocazione teatrale: non per nulla, il teatro, il teatro nel teatro e il teatro del teatro, sono il vero tema di questo spettacolo." (Carlo Cecchi)

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