26 dicembre 2017

MARCO NINCI, Quale suonatore ci ha in mano?



Due corde che, pizzicate da un suonatore ignoto e nascosto, danno vita allo "stesso" suono. Questa immagine della fusione amorosa, che è l'effetto del tocco di una mano misteriosa, forse divina e trascendente, si trova nella poesia dal semplice titolo di "Liebes-Lied", "Canto d'amore", di Rainer Maria Rilke, dalla raccolta "Nuove poesie".

Doch alles, was uns anrührt, dich und mich,
nimmt uns zusammen wie ein Bogenstrich,
der aus zwei Saiten eine Stimme zieht.
Auf welches Instrument sind wir gespannt?
Und welcher Spieler hat uns in der Hand?
O süßes Lied.

Tuttavia tutto quanto ci tocca, te e me,
Ci prende insieme come il dorso di un arco
che da due corde trae una sola voce.
Su quale strumento siamo tesi?
E quale suonatore ci ha in mano?
O dolce canto.


Per una volta il mistero dell'amore non è affine alla morte ma è espressione di una lontana e misteriosa trascendenza. Forse è così per ogni atto dell'uomo. Mi viene in mente quella frase di Franz Joseph Haydn che diceva di sentirsi semplicemente un pianoforte sul quale suonava un'entità suprema chiamata Musica.

Marco Ninci, già docente di Filosofia Antica alla Normale di Pisa

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