15 dicembre 2017

IN MOSTRA A PALAZZO BRANCIFORTE LE MAIOLICHE DI ROSARIO DAIDONE


PALERMO - Quella degli speziali era una vera e propria arte che vanta una storia lunghissima, profondamente intrecciata nel tessuto economico e culturale delle città. Sin dal Medioevo, questa corporazione si dedicava alla creazione di preparati benefici per la salute e l'aspetto dell'organismo sfruttando le proprietà dei prodotti della natura: furono anche inventori di fragranze e di elisir di bellezza e buona salute.
    Grande suggestione avevano le botteghe di questi artigiani della salute, anche per la bellezza delle ceramiche che contenevano i prodotti, che ora rivivono in una mostra. Dalle scansie delle loro botteghe ai ripiani in legno di quello che in passato fu il Monte dei pegni Santa Rosalia. Luogo di grande suggestione all'interno di Palazzo Branciforte, a Palermo, che ospiterà "Maiolica, i corredi dello speziale XVII - XVIII secolo". Un'esposizione che raccoglie oltre 170 ceramiche provenienti da collezioni private dell'isola. La mostra sarà inaugurata e il 17 dicembre e resterà aperta fino al 18 febbraio 2018, anno in cui Palermo sarà capitale italiana della Cultura.
    Tre sale dell'ala destra del Monte dei pegni del cinquecentesco Palazzo in via Bara dell'Olivella, oggi spazio museale della Fondazione Sicilia, ospiteranno inedite collezioni di vasi da farmacia in terracotta creati quattro secoli fa nei laboratori di ceramisti dei più importanti centri della Sicilia: Caltagirone, Burgio, Sciacca, Palermo, Collesano, Trapani. Orari di apertura da martedì a domenica dalle 9.30 alle 14.30.
    Eccoli allineati: albarelli, bricchi, bottiglie, cilindri e bocce di rara bellezza che componevano il corredo degli speziali, numerosi nell'isola e conosciuti in tutto il Mediterraneo per i rapporti culturali e commerciali con il mondo orientale da dove giungevano le spezie. Contenitori per erbe, polveri, acque e oli medicinali diversi nelle forme, nei colori e nei disegni. Maioliche preziose, sopravvissute nonostante la fragilità della terracotta a guerre, terremoti, alluvioni, traslochi e arrivate integre sino a noi dopo alcuni secoli.
    L'esposizione è ideata da Emanuela Tortorici, presidente dell'associazione Balat - Beni artistici per un lavoro attivo sul territorio. La direzione artistica è stata affidata a Carola Arrivas Bajardi che ha curato anche l'allestimento in un luogo riaperto alla città alla metà del 2012 dopo importanti interventi di restauro affidati all'architetto di fama mondiale Gae Aulenti. Una mostra e al contempo una riflessione sul contesto della bottega dell'aromateria in cui le maioliche vennero utilizzate non soltanto come contenitori di farmaci, ma come simbolo di prestigio di cui godeva l'arte antica e misteriosa dello speziale. "Era un ambiente unico insieme ai luoghi di culto a possedere, nella povertà iconografica del passato, delle immagini e in più, rispetto alle chiese, anche immagini profane" racconta Rosario Daidone che insieme a Michele Tortorici fa parte del comitato scientifico.
    "La mostra dedicata alla maiolica da farmacia di produzione siciliana si inserisce in un percorso di approfondimento e di valorizzazione non solo delle collezioni artistiche della Fondazione Sicilia - dice il presidente Raffaele Bonsignore -, ma rientra nel più vasto progetto di promozione della bellezza e della conoscenza dell'immenso patrimonio artistico siciliano".
    Il catalogo corredato di testi di Rosario Daidone e fotografie di Rori Palazzo vuol essere un contributo alla diffusione e alla conoscenza della tradizione della maiolica siciliana che ritorna in mostra a Palermo dopo dodici anni. (ANSA).

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