Oggi il fortunato libro Né luna né santi di Santo Lombino - Navarra editore, 144 pagine, 12 euro - alle 15.30 verrà presentato nella sede della Biblioteca Comunale di Palermo.
Morte di un arciprete il giallo diventa "cunto"
di Amelia Crisantino
Dopo tanti saggi storici e lavori sul tema dell’emigrazione, Santo Lombino mette a frutto la sua familiarità con la Sicilia del Novecento e pubblica Né luna né santi, un romanzo breve che ruota attorno all’uccisione dell’arciprete don Nuccenzio Misseri. Il delitto avviene a Torrebruna, paese dell’entroterra palermitano che sembra racchiudere in sé i caratteri di tanti paesi isolani, dove l’assassinio appare incomprensibile: tanto più che prima di morire padre Nuccenzio ha accusato un giovane che tutti ritengono innocente.
Non siamo però davanti a uno dei tanti gialli che abbondano nella produzione degli scrittori isolani, né sono stati contratti debiti con il lessico di Camilleri. Lombino porta il suo lettore a Torrebruna offrendogli il ritratto di una società rurale con i suoi riti e i suoi personaggi: l’anno è il 1920, l’epidemia di Spagnola, l’emigrazione oltre oceano e la guerra hanno lasciato la popolazione decimata. Adesso è la volta di una mafia divenuta più aggressiva e Torrebruna diventa lo sfondo per un intreccio dove miseria, paura e omertà hanno ruoli da protagonista.
La sempre prediletta scrittura diaristica viene resa sapientemente scarna e, come scrive Nicola Grato nella prefazione, la voce narrante del ferroviere Francesco Marretta ha il ritmo dei racconti orali. Il racconto assume le caratteristiche del cunto, sullo sfondo del vicino latifondo le scene si succedono come in un teatro di cantastorie e i possibili moventi si sommano senza per questo divenire più chiari.
Forse padre Nuccenzio è stato ucciso per questioni personali, ma forse ha dato fastidio a quella mafia che, nel primo dopoguerra, in Sicilia sta eliminando diversi preti impegnati nel sociale.
Senza nessuna malinconia per il buon tempo andato, Lombino lascia sfilare personaggi che portano il lettore dentro la storia orale di Torrebruna: ecco il barbiere Totonello Mosca, il mastro bottaio Nicolino Frascinella, la za Maranunzia che fa nascere i bambini e sa anche levare il malocchio. C’è anche Pitrina La Barbera, che a Palermo va a vendere il pane e col ricavato compra scarpe e gomitoli di lana da rivendere in paese.
Da Repubblica, edizione palermitana, 10 ottobre 2021
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