SUL RITORNO AL DE SANCTIS DI GRAMSCI.
In uno dei suoi ultimi Quaderni, Gramsci riprende la parola d'ordine del Gentile "Torniamo al De Sanctis" (Cfr. Ed. Gerratana, vol. III, p. ).
Gramsci, mettendo da parte l'astio personale contro l'ideologo fascista, condivide l'impegno politico del filosofo siciliano teso a diffondere una "coerente concezione della vita e dell'uomo", una sorta di "religione laica".
L' approccio critico del sardo è sempre problematico, quasi socratico, non a caso nelle sue note abbondano i punti interrogativi. Ad esempio, oltre alla pagina sopra indicata, in una nota successiva intitolata "Arte e lotta per una nuova civiltà", Gramsci si scaglia contro "la fatua ingenuità dei pappagalli che credono di possedere in poche formulette stereotipate la chiave per aprire tutte le porte" ( Ivi, p. ). E, giustamente, osserva: "Due scrittori possono rappresentare (esprimere) lo stesso momento storico-sociale, ma uno può essere artista e l' altro un semplice untorello".
Gramsci è stato sempre attento a non confondere la "critica politica", la "critica di costume" con la critica d'arte. (fv)
Nessun commento:
Posta un commento