23 ottobre 2021

SCIASCIA CONTRO TUTTE LE INQUISIZIONI

 


Leonardo Sciascia ha combattuto per tutta la sua vita contro i tribunali inquisitori di ogni specie. Ha cominciato, fin dai suoi primi scritti, a occuparsi delle diverse forme assunte nella storia dall'atteggiamento inquisitorio e non ha mai smesso di farlo anche perché convinto che “appena si tocca l' Inquisizione molti galantuomini si sentono chiamati per nome, cognome e numero di tessera del partito cui sono iscritti”.

In questo breve racconto, La strega e il capitano, scritto negli ultimi anni della sua vita, si occupa di uno dei tanti casi, ignorato dalla Storia accademica, che mostra il volto demoniaco che ha ha assunto sempre, in ogni tempo, il potere.

Riproduciamo di seguito il risvolto di copertina che il compianto Roberto Calasso scriveva per l'Adelphi.

Nel febbraio del 1617, a Milano, Caterina Medici, serva «carnosa ma di ciera diabolica», viene condannata al rogo: «Sia condotta sopra un carro al luogo del pubblico patibolo, ponendole sulla testa una mitra con la dicitura del reato e figure diaboliche, e percorrendo le vie e i quartieri principali della città col tormentarla nel corpo con tenaglie roventi, per poi essere bruciata dalle fiamme...». In apparenza, uno dei tanti casi di stregoneria depositati nei nostri archivi. Ma la scrupolosa, o meglio accanita, ricostruzione che all’atroce caso – ricordato da Manzoni nel XXXI capitolo dei Promessi sposi – dedica Sciascia in questo libro del 1986 ci mostra che non è così, giacché tutta la vicenda nasconde tra le pieghe interrogativi e zone d’ombra. Nello sbrogliare l’esasperante «pasticciaccio» con le cadenze e il montaggio di un thriller, egli non si limita tuttavia a consegnarci una delle sue inconfondibili miniature microstoriche, ma dilata l’avversione della Chiesa Cattolica per le «antiche fantasie e leggende» a immagine dell’eterno schema che vede ogni «sistema dominante» combattere tutte le fonti di «ingiustizia, di miseria, d’infelicità» nel momento in cui «ingiustizia, miseria e infelicità» vengono da quello stesso sistema «in maggiore quantità e con accelerazione prodotte». Ancora una volta quel che preme a Sciascia è scrostare dalla Storia le innumerevoli maschere del potere, sino a svelarne il volto ripugnante e primigenio. E ancora una volta egli riesce ad assimilarsi sapientemente allo stile dei documenti, affidando la luce del giudizio al contrappunto mentale dei lettori.




1 commento:

  1. Interessanti e acute le analisi che Francesco pubblica. Il volto demoniaco del potere che intende demonizzare chi non si adegua è sempre una minaccia incombente, ci hs insegnato Sciascia

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