Giovanni Marchetti è un caro amico che ha insegnato lingua e letteratura spagnola nei licei siciliani. In questo articolo ricostruisce sinteticamente l'immagine della Spagna che si trova negli scritti di Antonio Gramsci. (fv)
Gramsci e la Spagna. Cent'anni dopo
Giovanni Marchetti
Antonio Gramsci, giovane giornalista, scrive due articoli sulla Spagna nell' "Ordine nuovo", uno del primo maggio 1919 dal titolo "Spagna" e l'altro l'11 marzo 1921 "Italia e Spagna". Gli articoli sono una analisi molto lucida sulla situazione spagnola dopo la Prima Guerra Mondiale. Successivamente, Gramsci ritornerà ad interessarsi della Spagna e a scrivere su di essa alcune annotazioni nei " Quaderni dal carcere" proprio mentre era detenuto. Nelle difficoltà in cui si trovava riuscirà a leggere il volume "Spagna" dello storico liberale Salvador de Madariaga uscito per Laterza nel 1932, libro che sarà poi rivisto e ripubblicato sempre dalla stessa casa editrice nel 1957 e che rappresenta la prima vera e propria storia organica sulla Spagna.
Sull' " Ordine nuovo" del primo maggio 1919 Antonio Gramsci analizzava la situazione spagnola: " la crisi in cui si dibatte la vita politica spagnuola s'è iniziata il primo giugno 1917 col pronunciamento pretoriano dei comitati ( juntas) di difesa militare, che determinarono lo scoppio di uno sciopero generale rivoluzionario, soffocato con la strage nell'agosto successivo " ( A. Gramsci -" Spagna" ora in : Sul Fascismo ed. Riuniti, Roma, pag. 59).
Gramsci sottolineava come si erano ormai modificati in Spagna i rapporti di classe per effetto della Prima Guerra Mondiale.
Si erano creati nuovi ricchi, si era esasperata la tensione sociale, mentre si era andato via via organizzando un proletariato rivoluzionario.
A proposito dello sfascio in cui regnava lo stato spagnolo Gramsci afferma : " La Spagna è un paese senza stato " ( A. Gramsci - " Spagna" in : Sul fascismo ed. Riuniti, Roma, 1974 pag. 60).
Per Gramsci, sul proletariato spagnolo ricadevano le conseguenze economiche del disordine e questo andava organizzandosi sempre di più sotto la spinta crescente del movimento sindacale ( CNT e UGT).
A questo punto Gramsci notava che: " la plebe spagnuola, individualista come tutti gli aggregati umani che non hanno subito le esperienze dolorose dello sfruttamento intensivo dell'industrialismo, s'assoggetta nei sindacati operai a una disciplina che stupisce (...) il movimento operaio, sviluppatosi per contraccolpi sociali così repentini e anormali si è organizzato e ha preso forma " (op. cit. pag. 61). Il boom industriale in Spagna, era stato " repentino" e "anormale" proprio perchè per la neutralità spagnola nella Prima Guerra Mondiale era saltata la fase di " accumulazione capitalistica" caratteristica delle società industriali di quel tempo.
Inoltre, lo sviluppo industriale in Spagna fu certo limitato territorialmente. La situazione spagnola negli anni '14 - ' 18 era quindi diversa da quella italiana dopo l'unità , soprattutto per quanto riguarda i sistemi dei rapporti fra le classi ai vertici della società.
Scrive Mario Caronna: " In Italia era in atto quell'alleanza di lungo periodo - che Gramsci definì di" blocco storico " - fra il capitalismo industriale del nord e i grandi agrari (...) in Spagna non era in vigore nessun patto di alleanza di lungo periodo, nessun blocco storico fra le classi dominanti, anzi vi fu competizione, contraddizione e scontro" ( Mario Caronna - Le cause della guerra civile spagnola- Isedi, Milano 1977, pp. 34-35).
L'arretratezza del paese era la sola condizione che permettesse il perpetuarsi del loro dominio, infatti uno sviluppo del sistema industriale così rapido come si era dato in Spagna, attirava una notevole quantità di mano d'opera semi-schiava dalle campagne alle città industriali, provocando una diminuzione della popolazione contadina.
Da ciò si spiega il perchè il movimento anarchico fu forte anche a Barcellona, città in cui si erano stabiliti parecchi lavoratori del sud.
Dunque la Prima Guerra Mondiale aveva fatto cadere la Spagna in crisi prima degli altri paesi europei.
In un altro scritto dell'11 marzo 1921, Gramsci dirà: " In Spagna l'organizzazione della piccola e media borghesia in gruppi armati si è verificata prima che in Italia, è stata iniziata già negli anni 1918 e '19. La Prima Guerra Mondiale ha piombato in una crisi terribile la Spagna prima che gli altri paesi: i capitalisti spagnoli avevano infatti saccheggiato il paese e venduto il vendibile già nei primi anni della conflagrazione( A. Gramsci- " Italia e Spagna" in op. cit. pag. 105) Questa crisi si trascinerà per ben cinque anni in una confusione crescente. Nel 1921 anche in Spagna il partito socialista si divise ma il Partito comunista spagnolo nato dalla scissione rimarrà un piccolissimo partito fino allo scoppio della Guerra civile spagnola. Inesistente, era, nella Spagna del '36 il "pericolo rosso" che indusse Franco a scatenare il suo " golpe" militare contro la Repubblica Spagnola.
Agli inizi degli anni ' 20 l'attrazione per il movimento operaio era ancora il sindacalismo apolitico e anarchizzante. E l'anarchismo come movimento rivoluzionario era destinato a fallire. Come ha scritto Gerald Brenan, autore di una delle più interessanti opere sulla Spagna moderna, " un solo sciopero di minatori nelle asturie ha scosso il governo spagnolo più di quanto non abbiano fatto settant'anni di massiccia attività rivoluzionaria degli anarchici ( Gerald Brenan- Storia della Spagna, 1874-1936, Einaudi, Torino, 1970)
La situazione degli inizi degli anni '20 in Spagna a causa della precarietà degli equilibri politici aprì la strada alla dittatura del generale Miguel Primo de Rivera( 1923-1930).
Giovanni Marchetti, 26 ottobre 2021
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