17 ottobre 2021

VIE DI FUGA DA WHATSAPP

 


Vie di fuga [4]

Miguel Martinez
17 Ottobre 2021

Come difenderci da chi assembla dati per i propri profitti? Qui parliamo delle alternative a Whatsapp. Le precedenti puntate sono leggibili qui: IIIIII

La grande maggioranza della specie umana si scambia messaggi su Whatsappun canale che è totalmente nelle mani di un cittadino americano, proprietario di una ditta con sede negli Stati Uniti, che ti chiede il numero di telefono e anche se (forse) non legge i tuoi messaggi, traccia tutti i tuoi contatti e movimenti.

Esistono tre alternative (che io sappia).

Telegram, che è certamente molto più sicuro di Whatsapp, e mi dicono (non avendo termini di confronto non posso dire) funzioni anche meglio di Whatsapp. Il problema è che appartiene a un tizio russo che abita a Dubai e che ti chiede anche lui il tuo numero di telefono. Sempre meglio dare un po’ di dati a un russo e un po’ a un americano invece che tutti a uno solo, però non è il massimo.

Signal, che dovrebbe essere accessibile solo sullo smartofono, e quindi non posso dire nulla.

E poi c’è Session. Che è decentralizzato, passa attraverso una serie di router che non permettono di localizzare chi lo usa, è criptato dal mittente al destinatario, e non devi mai dare nessun dato a nessuno. È semplice da usare, ha un’interfaccia un po’ spartana che non guasta, e c’è un vasto gruppo di volontari che lavora continuamente per migliorarlo: puoi mandare messaggi di testo, allegati e messaggi vocali e fare gruppi chiusi o aperti. Insomma, tutto quello che serve anche per le cose più pratiche della vita.

Purtroppo non esiste ancora, che io sappia, un manuale per dummies, per cui vi spiego cosa ho fatto io, scusandomi subito per il linguaggio poco professionale. Ma se anche le persone comuni e poco competenti come me non iniziano a ribellarsi, resteremo tutti schiavi.

Le cose buone funzionano se raggiungono una massa critica, quindi invito tutti a seguire questi semplici passi:

  • Scaricare il programma, scegliendolo secondo il vostro dispositivo.
  • Il programma, al posto del numero di telefono che usano altri dispositivi, genera un lungo codice alfanumerico (Session ID) che potete far girare a chiunque;
  • e una sequenza di parole in inglese (Recovery Phrase) che funzionano in pratica da password, permettendoti di far ripartire Session da altri dispositivi o in caso di problemi.
  • Vi potete anche inventare un nome (io uso Hansken, come la nostra elefantessa), ma è solo per sfizio, il nome non è riservato e ci potrebbero essere anche altri con lo stesso nome; e posso, credo, anche cambiarlo.
  • Vi si apre una finestra di dialogo, che se volete potete proteggere con una password (da non confondere con la recovery phrase).
  • Siccome sono una capra informatica, ci ho messo un po’ a capire come funziona, quindi ecco un fotogramma dello schermo.
  • Digitate sul fumetto nella colonna a sinistra, e vi si apre questa schermata:
  • Dove c’è scritto Enter Session ID or ONS Name, inserite la Session ID della persona con cui volete corrispondere (non vi preoccupate per ora dell’ONS Name).
  • Premete il tasto Next.
  • Scrivete il messaggio nel campo in basso, potete aggiungere allegati, messaggio vocale e una quantità di faccine idiote, poi premete la freccia e mandate.

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