non sono madre che per equivoco
di tempi e di spazi
e amante, e figlia (altri nomi non mi appartengono)
per funzione di donna
e non di rito
ho studiato molte mani
(le dita soprattutto)
e molte soglie
ho imparato dalle file in fondo alle quali
poteva non esserci nulla, o un’arancia;
ho ascoltato
ho conosciuto codici, e merci,
e le posture delle vetrine,
e le panchine vicino agli stagni
potrei anche aver amato,
ma non credo di averlo capito,
perché le sincronia è inavvertibile
se non è postuma
e solo una cosa so -
il canto è artificio,
eppure non si vive che per conquiste di inganni
Francesca Tuscano
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