01 aprile 2023

IL SURREALISMO DI MAX ERNST

 


PASSAGGIO DI MAX ERNST

(da: “La Foce e la Sorgente“, Quaderni, VIII)

Il surrealismo, nel suo periodo di ascesa, aveva, crediamo, un assoluto bisogno di Max Ernst; dapprima per mettersi in luce per tutta la traiettoria della propria freccia, e poi per sciamare ed espandersi circolarmente. Max Ernst, scavalcando Hegel, gli comunica ciò che l’impressionabile e combattivo Breton aspettava da un “meraviglioso” – parola usata e rivoltata – “partito del nord”, venuto dall’est, meraviglioso di cui i quadri di Cranach e Grunewald contengono le primizie sotto il loro disegno non cortigiano e il loro approccio mercuriale. La Femme 100 têtes, una volta letta e riguardata (amata), si arrotola e si srotola interminabilmente nel grande paese dei nostri occhi chiusi. Così l’opera di Max Ernst non sembra fatta di una stranezza uninominale ma di materiali ipnotici e alchimie liberatorie. Si voglia ricordare bene il suo quadro La Rivoluzione la notte: illustra eccellentemente ciò che non pensava di illustrare, le Poesie, che tali non sono, di Isidore Ducasse, conte di Lautréamont. Grazie a Max Ernst e Giorgio De Chirico la morte surrealista, fra tutti i suicidi, non è la più vergognosa. Ha dischiuso le labbra di una giovinezza immortale invece che finire in fondo a una strada affumicata.

(René CharAlliés substantiels, traduzione di Marco Ercolani)

pezzo ripreso da: https://rebstein.wordpress.com/2023/04/01/passaggio-di-max-ernst/


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