“Ricordati di non dimenticare”
Abbiamo
perso la memoria. Si è atrofizzata. I nostri sentimenti si sono paralizzati,
ascoltiamo i telegiornali inebetiti. Dice Wiesel, che l’opposto della vita non
è la morte, ma l’indifferenza. E allora dovremmo fare come Leonard Shelby, il
protagonista di “Memento”, dovremmo tatuarci i ricordi, per non perderli, per
non restare indifferenti, per legarci ad una successione temporale di eventi e
ricordare ciò che siamo. Noi siamo la storia che è stata già vissuta, che è
stata anche ripetuta. Rewind. Siamo il genocidio degli ebrei, siamo l’11
settembre 2001, le stragi di mafia, di camorra, le morti invisibili della terra
dei fuochi, siamo tutti i femminicidi, i figli che uccidono i genitori, i
genitori che ammazzano i figli, le stragi dell’Isis, siamo Charlie Hebdo anche
se oggi lo negate, siamo Giulio Regeni e Ilaria Alpi, Stefano Cucchi e Federico
Aldrovandi.
Siamo il G8 di Genova, la Diaz e Carlo Giuliani. Ma siamo anche i terremoti che scuotono la terra, il maremoto nello Stretto di Messina e lo tsunami in Indonesia, il crollo della diga nel Vajont, siamo la strage nei cieli di Ustica, l’Heysel perché non si può morire quando si gioisce; siamo i muri in Messico, in Germania, in Ungheria, siamo i quasi 6 anni di guerra in Siria e quasi 300mila morti, le guerre infinite nel Medio Oriente e in Africa, siamo tutte le dittature del mondo. Siamo la strategia della tensione, le stragi nei mari di Sicilia, siamo Aylan sulla riva del mare approdato morto a faccia in giù, quel ragazzo africano che si lascia morire in un canale di Venezia e nessuno lo salva. Prima ancora siamo stati l’incendio che distrusse Roma, le crociate, le deportazioni dei neri d’America e il genocidio dei nativi americani, siamo, per chi ci crede, anche quel galileo inchiodato a Gerusalemme. Perché siamo tutto questo? Perché dietro alle centinaia, migliaia, milioni di morti, c’è sempre l’uomo. Ci siamo noi. E non basterebbe un corpo solo per tatuarci tutte le tragedie, le drammatiche vicende, le bestialità che l’uomo commette ogni giorno. Dovremmo camminare con un post-it nel taschino della giacca: “Ricordati di non dimenticare”.
Claudia Marchetti
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