Qualche mese fa il giornalista NUCCIO VARA, direttore responsabile della rivista POLIEDRO, ha pubblicato alcune pagine del mio ultimo libro introdotte da una sua acuta nota critica che riproduco di seguito:
Uno dei caratteri più inquietanti dell’epoca delle passioni tristi (Benasayag) che stiamo attraversando è la smemoratezza; quella tendenza irrefrenabile ad archiviare il passato, a renderlo superfluo o a cancellarlo del tutto nelle prospettive liquide, sovente indecifrabili, del nostro presente.
Ciò ha prodotto nella vita culturale, sempre più sottomessa al dominio dei media e del marketing editoriale, l’inesorabile venir meno della funzione critica degli intellettuali.
Lungo il tragitto storico del Novecento tre grandi figure della cultura italiana, Antonio Gramsci, Pier Paolo Pasolini, Leonardo Sciascia, al cuore di fasi cruciali e di svolte dirimenti della
storia nazionale, e all’interno di diversi ambiti espressivi, svolsero con coerenza e originalità questo esercizio critico nei confronti del potere, pagando in prima persona dei prezzi altissimi.
In un libro controcorrente, acuto e appassionato, “Eredità dissipate, Gramsci, Pasolini, Sciascia” (edizioni Diogene multimedia, Bologna 2022)
Francesco Virga di questi tre autori ne ricostruisce i percorsi problematici, ora cogliendone le congiunzioni di fondo, ora
evidenziandone le differenze.
Di questo saggio, importante soprattutto per il suo inattuale afflato civile, qui ne proponiamo un brano tratto dall’introduzione.”
(Nuccio Vara, in POLIEDRO natale 2022)
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