15 aprile 2023

LA POESIA SECONDO RENZO PARIS

 


Nuovo appuntamento per la rubrica quindicinale a cura di Anna Toscano *. Dieci domande a poetesse e a poeti per cercare di conoscere i loro primi avvicinamenti alla poesia, per conoscere i loro albori nella poesia, quali siano stati i primi versi e i primi autori che li hanno colpiti, in quale occasione e per quali vie, e quali i primi che hanno scritto. Le altre puntate sono qui.

DALL’INIZIO: RISPOSTE SULLA POESIA. RENZO PARIS

di Anna Toscano pubblicato sabato, 15 Aprile 2023, in https://www.minimaetmoralia.it/wp/poesia-italiana/dallinizio-risposte-sulla-poesia-renzo-paris/



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Qual è la poesia che hai incontrato, e quando, che ti ha fatto pensare, per la prima volta, che fosse qualcosa di fondamentale?

La fontana malata” di Palazzeschi, letta dalla mia maestra alle elementari.

Qual è il primo autore o autrice che ti è rimasto/a in mente come poeta?

Giovanni Pascoli. Recitavo alcune sue poesie ad alta voce nella mia grande cucina, incuriosendo le ragazzine della baraccopoli di Celano, accanto a cui vivevo.

C’è stata una persona o un evento nella tua infanzia, o giovinezza, che ti ha avvicinato alla poesia? Chi era? Come è accaduto?

Si chiamava Ennio Stornelli. Voleva fare l’attore. Mi chiese di scrivere una poesia mentre ero a letto febbricitante. Avevo nove anni. Quei versi raccontavano la morte di un mio amichetto, affogato sotto un ponticello mentre cercava un giocattolo che l’acqua gli aveva portato via.


Quali sono i primi libri di poesia che hai cercato in una biblioteca o in una libreria?

Le poesie di Guillaume Apollinaire.


Il primo verso, o la prima poesia, che hai scritto e che hai riconosciuto come tale: quando è stato e in quale circostanza?

Purtroppo quella mia poesia scritta su un quaderno di scuola l’ho perduta. Mi è rimasta in mente la voce che me l’aveva dettata, una voce antica, atona.

Quando poi i versi sono arrivati copiosi, quali sono stati i tuoi pensieri?

Di versi ne scrivevo pochi. La poesia risponde a una necessità fisica.


Quando hai avuto tra le mani le tue prime poesie pubblicate, cosa è accaduto?

La mia prima plaquette era intitolata “Scongiuro” nel senso sciamanico. Me la pubblicò Adriano Spatola, nella sua piccola casa editrice la Geiger, e scrisse anche la presentazione. Era il 1969. La illustrò Giordano Falzoni, un neo-surrealista amico di Breton. Erano nenie e scongiuri della mia infanzia marsicana. Ebbi modo di seguire la stampa e ogni volta era una sorpresa. Naturalmente fiutai la carta della plaquette appena la ebbi in mano, per scaramanzia.

La poesia per te è più di una fede o quasi una fede?

La poesia è nell’aria come il vento. La sua voce non ha rapporti con le religioni, o meglio, è lei stessa religione.

La poesia inizia?

La poesia non inizia, la sua voce viene dalle sterminate antichità e non assomiglia a nessuna voce umana.

La poesia finisce?

La poesia non finisce, è nell’aria anche quando la terra scomparirà.

 

* Anna Toscano

Anna Toscano vive a Venezia, insegna presso l’Università Ca’ Foscari e collabora con altre università. Fa parte del diretto della SIL, Società Italiana delle Letterate. Scrive per testate e riviste, tra le altre Il Sole24 Ore, minima&moralia, Doppiozero, Leggendaria, Balthazar, Artribune.Molto l’impegno per la sua città, Venezia, sia attraverso la scrittura sia partecipando a trasmissioni radio e tv. Un’ampia parte del suo lavoro è dedicato allo studio di autrici donne, da cui nascono articoli, libri, incontri, spettacoli, corsi, conferenze, curatele, tra cui: Chiamami col mio nome. Antologia poetica di donne vol. II, 2022. La sua sesta e ultima raccolta di poesie è Al buffet con la morte, La Vita Felice 2018; liriche, racconti e saggi sono rintracciabili in riviste e antologie. Diverse le collaborazioni con scuole di scrittura. Suoi scatti fotografici sono apparsi in giornali, manifesti, copertine di libri, guide, mostre personali e collettive. Varie le esperienze radiofoniche e teatrali.

www.annatoscano.eu


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