Berlinale 2023.
La poetessa
Ingeborg Bachmann nel nuovo film di Margarethe von Trotta
20 Febbraio 2023
UN RITRATTO DI AMORE, SPERANZA E
VITA SEPPUR RACCONTA DI UNA SEPARAZIONE. INGEBORG BACHMANN SI INSERISCE NELLA
CARRELLATA DI PERSONAGGI FEMMINILI A CUI LA REGISTA MARGARETHE VON TROTTA HA
SCELTO DI DARE UN RICORDO CINEMATOGRAFICO
Considerata
una delle autrici più importanti del XX secolo, Ingeborg Bachmann,
scrittrice, poetessa, giornalista e femminista ante litteram, ha raccontato
delle donne in una società patriarcale, degli effetti della guerra, della pace
e della sofferenza umana individuale. È a lei e a un momento preciso della sua
storia che la regista Margarethe von Trotta dedica il suo nuovo film, Ingeborg
Bachmann – Journey into the Desert, in anteprima mondiale alla
73esima Berlinale. “È molto difficile rendere giustizia in un
film a una donna e artista così versatile, complicata e enigmatica come
Ingeborg Bachmann”, commenta Margarethe von Trotta alla presentazione del
film alla stampa. Il racconto riguarda la poetessa e il suo amore per Max
Frisch, noto scrittore e architetto svizzero-tedesco, ma anche il dolore
fortissimo provato dalla donna quando si lasciarono. “Mi sono limitata
a soli sei anni della vita Ingeborg Bachmann: i quattro trascorsi con Max
Frisch e i due anni successivi, quando soffrì della loro separazione e fu in
grado di guarire attraverso un viaggio nel deserto con un uomo più giovane”.
INGEBORG BACHMANN – JOURNEY INTO
THE DESERT. IL FILM
Lei è
austriaca, lui svizzero; lei è una poetessa, lui un drammaturgo; lei è una
temeraria ma vulnerabile, lui è avventuroso ma un po’ conservatore. Quando Ingeborg
Bachmann e Max Frisch si incontrano per la prima volta a Parigi nell’estate del
1958, sono già celebrità internazionali del mondo letterario. Nei quattro anni
che seguono, si avvolgono di grande amore in una relazione aperta tra la sua
città di Zurigo e Roma. “Io stessa ho vissuto a Roma e il film mi ha
permesso di esprimere il mio amore per l’Italia, seguendo la scelta di Ingeborg
di trasferirsi in una città amata da tanti tedeschi”, afferma Margarethe
von Trotta. “A Roma Ingeborg Bachmann poteva camminare lungo le strade
assolate, riposare nei caffè, parlare con il grande Ungaretti. E quando Frisch
la raggiunge nella sua città adottiva le cose non vanno altrettanto bene, lui
non parla la lingua e si sente abbandonato”. Nel film si vede Max Frisch invidiare
la sua fama, mentre Ingeborg Bachmann trova fastidioso il rumore della sua
macchina da scrivere.
IL SORRISO DI VICKY
KRIEPS E DI INGEBORG BACHMANN
È Vicky Krieps a vestire i panni di questa artista emancipata che
ha sperimentato un’esistenza libera, mobile e produttiva. L’attrice che lo
scorso anno è stata protagonista de Il corsetto dell’imperatrice, è
stata scelta dalla regista per “il suo sorriso unico, che viene dall’anima”.
E von Trotta ha aggiunto: “mi ricorda molto un sorriso folgorante che
Ingeborg aveva. Ricordo bene il suo volto quando in un’intervista televisiva il
giornalista rimane sconcertato dalla sua risposta e lei improvvisamente si
illumina in quel modo. Volevo restituire proprio quel sorriso lì e Vicky ci è
riuscita perfettamente”. In Ingeborg Bachmann – Journey into the Desert Margarethe
von Trotta, a colpi di flashback, intreccia i tempi del prima e del dopo
l’addio della coppia regalando un ritratto estremamente interessante che oscilla
tra amore e rispetto, letteratura e vita. Va ricordato che il primo romanzo di
Ingeborg Bachmann, pubblicato nel 1971, è Malina e, come per i
successivi romanzi e racconti, tratta temi specifici delle donne, nel questo
specifico descrive una donna la cui autorealizzazione fallisce a causa di un
partner egocentrico.
Margherita Bordino
Articolo
ripreso da https://www.artribune.com/arti-performative/cinema/2023/02/berlinale-2023-film-poetessa-ingeborg-bachmann-margarethe-von-trotta/
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