28 giugno 2023

LA POLITICA ECONOMICA DELLA BCE SERVE SOLO AD INGRASSARE LE BANCHE?

 


Il cappio della BCE


Paolo Trezzi
28 Giugno 2023

La Banca centrale europea ha dunque scelto di rialzare i tassi a luglio. Un provvedimento che precipita sulla vita di ogni giorno di migliaia di donne e uomini. È la politica monetaria pagata dai salari. È la politica che finge di non vedere la crescita esponenziale dei profitti del digitale, delle multinazionali dell’energia, delle banche. I primi cinque istituti di credito italiani han registrato un utile netto aggregato di 4,8 miliardi euro nel solo primo trimestre 2023, tre volte rispetto al primo trimestre dello scorso anno… Eppure proposte diverse non mancano

La scelta annunciata della BCE di alzare ancora i propri tassi – lasciando presagirne ulteriori – e giustificandola con: “l’avidità delle imprese e i loro profitti han contribuito per 2/3 all’inflazione nel 2022” è “la mano invisibile” che però vede benissimo chi colpire.

Diciamocelo che anche fossero vere le parole della Bce, e sono vere in generale, proprio nel generale la scelta dell’aumento dei tassi diventa un cappio, forse fatale, per molte famiglie e piccole imprese che oggi già si trovavano a combattere non solo il rincaro di prezzi, materie prime, energia, ma crisi di liquidità e di domanda. In Italia sono a decine e decine di migliaia. L’aumento dei tassi su spese permanenti e ricorrenti, come mutui, prestiti, fidi, aggiunti alle indifferibili spese di cibo, scuola, trasporti, tasse e ancora le bollette anche delle aziende locali che, seppur controllate dai Comuni, fan pagare a famiglie e imprese un servizio più caro del dovuto come dimostrano i loro alti utili, sono tutte voci che erodono serenità del proprio futuro.

Per combattere inflazione e caro prezzi è davvero la soluzione unica alzare i tassi in questo modo come ha fatto la BCE? E chi paga realmente questi aumenti e dove si potrebbero andar a prendere risorse a livello nazionale e internazionale? Quando si parla, come la BCE, di aziende che fanno utili e sono avide, allora perché si colpiscono in primis, famiglie e piccole imprese che son esposte con le banche, e che non han macinato utili, men che meno elevati? Perché, lapalissiano, chi ha fatto utili elevati ha meno bisogno di chiedere soldi in prestito per andare avanti. Usa i suoi.

In ogni territorio è pieno di famiglie e imprese che hanno debiti. Chi non si è visto alzare stipendio o pensione oggi che fa? Le rate mutuo che aumentano ancora sono una restituzione di utili e stipendi aumentati o sono un Robin Hood a rovescio? Perché non mettere, a livello nazionale e non solo, una seria tassa sugli extraprofitti a chi i profitti li fa, non ultimi quelli del digitale? Perché non vedere che gli utili esagerati sono anche delle grandi multinazionali italiane che con il prezzo dell’energia, fintamente in mano alle borse, ci han pasteggiato alla grande? Perché non vedere, senza uscire dall’Italia, che solo le prime cinque banche han registrato un utile netto aggregato di 4,8 miliardi euro nel solo primo trimestre 2023 ossia circa tre volte – tre volte – superiore rispetto al primo trimestre dello scorso anno? O in aumento del 51% – 51% – su base annua?

Negli ultimi trent’anni l’Italia ha avuto una crescita negativa degli stipendi del 2,9% cosa unica in Europa. E non è certo con un contentino del taglio al cuneo fiscale, peraltro solo per pochi mesi, che si risolve. O con le pensioni aumentate di qualche spicciolo.

Gli stipendi più fragili e poco dignitosi, a partire da quelli dei lavoratori delle cooperative sociali, che tengono in piedi una marea di servizi pubblici dei vari comuni, nostri compresi, saranno i primi a continuare a pagar le scelte e non scelte della politica.

Intanto, la tassa sulle transazioni finanziarie internazionali (la Tobin tax) è da un decennio che si promette ma si è persa nei cassetti. La tassazione sulla finanza più che sul lavoro è in un altro cassetto chiuso. E in altri cassetti chiusi ci sono altre proposte di buon senso: la riforma fiscale, non golose flat-tax per ricchi ma la detrazione di tutte le spese, “gli interessi contrapposti”, assieme a una vera lotta all’evasione; il riprendersi a scopo di sostegno degli enti per servizi territoriali e non più della finanza, la Cassa depositi e prestiti; la patrimoniale su redditi e patrimoni sopra i 5 milioni; la riduzione drastica delle spese militari oggi di 28 miliardi, 70milioni euro al giorno, ogni giorno; un ritorno massiccio e urgente, anche con espropri per interesse nazionale, a una sanità pubblica, efficiente e gratuita. Una politica sulla casa popolare e sociale, locale e nazionale…

E cento, ma cento davvero, altre soluzioni praticabili – basta seguire la campagna Sbilanciamoci! – che con urgenza e a medio termine sostengano cittadini e imprese, che oggi, ancor più con l’aumento così dei tassi, è un continuo stringere la cinghia e il cappio.

Il tutto, in più, dopo aver regalato e garantito a caso, anche ai più furbi e ricchi, per miliardi di euro, risorse pubbliche, crediti d’imposta, garanzie, bonus Covid e ripartenze e altri rivoli di regali locali e nazionali che han generato ulteriore crescita dei prezzi, delle materie prime – bonus facciate/110% gridano vendetta – disparità, e super utili sempre senza redistribuzione. E magari ci esaltiamo per un bonus di 100 euro mensile di welfare aziendale per distribuire un soffio di quel super utile. Del resto, siamo un paese che campa e fan campare su bonus, cooperative sociali negli appalti pubblici al ribasso, regalie, volontariato e golosoni…

Pezzo  ripreso da  https://comune-info.net/il-cappio-della-bce/

Domani pubblicherò un punto di vista diverso sullo stesso tema (fv)

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