Il regista e nipote di Sciascia
Fabrizio Catalano, assieme a Matteo Collura, il giornalista biografo del
maestro di Regalpetra, hanno parlato di Todo modo, di Una storia semplice e dell'Affaire
Moro, opere di uno scrittore "sovversivo" che usa "strumenti
per niente pacificanti" della realtà. Giustamente direi non si può leggere
in salsa buonista Sciascia. (Bernardo Puleio)
L’INCONTRO
Sciascia?
Oggi vorrebbe il lutto per i migranti
Eleonora Lombardo
Fabrizio Catalano, nipote dello
scrittore, e Matteo Collura, amico e curatore della biografia “ Il maestro di
Regalpetra”, raccontano a Taobuk il “loro” Sciascia, tra aneddoti, riflessioni
e filmati in occasione del ritorno in scena della versione teatrale di “ Todo
modo” scritta da Collura con la regia di Catalano.
Entra a gamba tesa Collura: «In Todo
modo, così come in Una storia semplice o L’affaire Moro siamo
davanti a uno Sciascia sovversivo che non concede niente. Racconta la realtà
per quello che è, usa strumenti per niente pacificanti. Sciascia era uno che
ieri avrebbe richiesto a gran voce il lutto mondiale per i 600 migranti
naufragati. Ci ha insegnato che la libertà non è gratis, per essere liberi
bisogna pagare un prezzo altissimo». E racconta di quella volta che Mondadori
promise allo scrittore 5 miliardi di lire per acquisire l’opera omnia: «Cosa
vogliono da me per offrirmi tutti questi soldi?», fu la risposta sospettosa di
Sciascia.
Catalano racconta che sebbene sia abbastanza semplice trasporre Sciascia dalla pagina alla scena, perché la scrittura è già pensata come sceneggiatura, è la potenza dei temi, scottanti nonostante il tempo che passa, a complicare le cose. Sciascia è stato raccontato come inventore del “noir sociale”, capace di fare deflagrare la verità: «Utilizzava il giallo come cartina di tornasole per leggere la società, lui inverte e sovverte la strategia del giallo — dice Catalano, mentre il giallo, che non a caso ha molto successo nelle serie tv oggi, è il genere conservatore per eccellenza, perché nello schema classico una società sana viene ferita da un elemento esterno, un delitto, interviene qualcuno, risolve il problema e la società continua la sua presunta perfezione. Sciascia invece con Todo modo fa del delitto non solo una ferita, ma l’apertura del vaso di Pandora dal quale emergono tutti i mali della società, e una volta emersi il vaso non si può richiudere e infatti più o meno il delitto rimane insoluto. Si ha l’intuizione della soluzione del mistero, ma non ne esiste una ufficiale, o peggio differisce da quella reale. Anche questo attualissimo».
LA REPUBBLICA, Palermo 16 giugno
2023, p. 10.
Dietro l'apparente basso profilo politico, contrassegnato dal rifiuto degli opposti estremismi, Leonardo Sciascia è stato davvero uno degli scrittori più rivoluzionari e sovversivi del 900.
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