20 giugno 2023

IGNAZIO BUTTITTA e DANILO DOLCI

 


Negli anni in cui in Sicilia il potere era al servizio dei più forti, Ignazio Buttitta e Danilo Dolci, poeti impegnati a scardinare l’ordine costituito dando voce a chi non ne aveva, erano in contatto: è noto che il primo non mancò di essere presente nelle lotte di Roccamena per la costruzione della diga Garcia. A ricordarlo è lo stesso Dolci, uomo del dialogo e della pace, quando nella piazza di questo paese una sera d’inverno, attorno a un fuoco, stavano insieme. Furono accanto durante gli scioperi, le lunghe marce della pace, impegnati per la ricostruzione dei paesi della valle del Belice, distrutti dal terremoto del 1968. Ignazio Buttitta e Danilo Dolci: due personaggi di diversa estrazione geografica e socio-culturale, ma entrambi accomunati dagli stessi valori sulla possibilità di rinascita dell’uomo e della società nel difficile periodo del secondo dopoguerra in Sicilia. Vivendo a contatto con l’arretratezza e con la miseria, essi conobbero i soprusi operati sulla povera gente. Era l’ignoranza diffusa che non consentiva una presa di coscienza del rapporto di subordinazione ai feudatari e all’agire mafioso nel clima generale di prepotenza. Nasce da queste condizioni di vita la cifra etica delle loro scelte. Ignazio Buttitta e Danilo Dolci: due personaggi di diversa estrazione geografica e socio-culturale, ma entrambi accomunati dagli stessi valori sulla possibilità di rinascita dell’uomo e della società nel difficile periodo del secondo dopoguerra in Sicilia. Intellettuale e uomo d’azione Danilo Dolci; cantore Ignazio Buttitta, ed entrambi amanti della poesia. Il terreno in cui si muovevano era in un certo senso fertile. Buttitta portava la sua poesia fra la gente: la recitava nelle piazze con una gestualità e con una mimica che veicolavano emozioni e pensieri di verità sociale. Straordinaria la sua capacità di generare sentimenti popolari attraverso la propria opera. Stava dentro le scene ed era come se cantasse. I suoi amici erano quelli “bassi”, cioè gli emarginati, zappatori e seminatori della terra, ma ricchi dentro “come le arance succose”

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