28 giugno 2023

GLI HOT-PANTS DI UNA RAGAZZA SVEDESE ED IL PRETORE SALMERI RACCONTATI DA MARIO PINTACUDA

 



IL PRETORE SALMERI E IL “NORMALE CALDO ESTIVO”
Mario Pintacuda

Dopo una prima metà di giugno insolitamente nuvolosa e fresca, il termometro a Palermo è tornato su livelli di “normale caldo estivo” (il che vuol dire, qui al centro della città, minime di 23°/25° e massime di 29°/31°).
L’espressione “normale caldo estivo” mi fa sempre sorridere, perché mi ricorda una curiosa vicenda legata al famigerato pretore Vincenzo Salmeri, originario di Villabate.
Il 14 agosto 1971 Salmeri passeggiava in piazza Politeama a Palermo, quando vide una giovane e procace turista danese di Copenaghen, Lise Wittrock, che si aggirava per le vie del centro con dei sensualissimi hot-pants che provocavano il torcicollo generale dei “màscoli” cittadini. Immediatamente il giudice chiamò due vigili urbani e fece accompagnare la ragazza nel commissariato più vicino, denunciandola per violazione dell'art. 726 del Codice Penale (offesa alla pubblica decenza), reato che poteva anche prevedere un mese di arresto.
La malcapitata danese si presentò spontaneamente negli uffici della Procura il 24 agosto, con il suo avvocato e con un grande codazzo di curiosi e fan; per l’occasione aveva evitato di presentarsi in hot pants e aveva indossato una più morigerata minigonna.
Quando Liza si difese dando la colpa del suo abbigliamento disinvolto all’intenso caldo palermitano, Salmeri ribatté (per l’appunto): «Ma quando mai! C’era normale caldo estivo!». Dunque un caldo “normale” che, dal punto di vista dell’inappuntabile magistrato, non giustificava in alcun modo un look così scollacciato.
La danese fu condannata ad una ammenda, che però eluse tornandosene di corsa al suo Paese. Tuttavia un paio d’anni dopo un altro palazzo di giustizia siciliano, quello di Messina, smentì Salmeri, assolvendo Lise Wittrock e con lei i suoi hot pants, dando una diversa interpretazione dei confini della decenza; il che forse avvenne grazie anche ad alcuni testimoni, che sostennero in aula che i famosi hot pants di Lise «non offendevano affatto la vista» (e te credo…).
Salmeri peraltro non si fermò lì: nel maggio 1973 fece rimuovere dai muri della città la famosa foto pubblicitaria del giovane Oliviero Toscani che mostrava un procace lato B femminile (quello della modella americana Donna Jordan) avvolto da attillati jeans "Jesus" con lo slogan “Chi mi ama mi segua”; contestualmente, il pretore fece una vera crociata contro i manifesti dei film scollacciati dell’epoca e contro le riviste osé.
Su Salmeri nacquero aneddoti leggendari: si diceva che si aggirasse per le strade di Palermo con un metro per misurare le minigonne delle turiste e per infliggere severe ammende alle più trasgressive.
Non mancarono però nemmeno i fiancheggiatori del pretore; un articolo del 10 maggio 1973 lo presenta come il pretore che “protegge il pudore” e ne fa il seguente accurato ritratto: «È un uomo piccolo, rotondetto, che veste calzoni sempre un po' troppo lunghi e giacche sempre un po' troppo larghe. Vive in un appartamento “borghese”, con i mobili “in stile”, i divani di velluto spesso, offre brandy, agli ospiti. Ha uno sguardo velato, buono, timido, meravigliato quando gli si chiede di spiegare, in termini intelligibili a tutti, il meccanismo “politico”, logico, delle sue decisioni, delle sue gravi decisioni: “La legge è lì scritta - dice e freme - e tutti possono leggerla. La nostra società sta toccando momenti pericolosi. Non vi è più nulla di sacro, nulla che non possa essere intaccato e scalfito. La immoralità dilaga, sulla stampa, al cinema, persino nella pubblicità. Bisogna avere il coraggio di salvare la nostra civiltà, di salvare la nostra gioventù. Molti mi prendono in giro, lo so bene, mi giudicano un folle. Ma io ho le mie soddisfazioni: c'è tanta gente che mi scrive, gente anonima, delle classi più disparate, che è d'accordo con me, che mi approva” […]» (www.basicpress.com).
L’azione moralistica di Salmeri fu accolta da polemiche e ironie in quell’Italia degli anni Settanta che stava ulteriormente accentuando i toni liberatori postsessantottini: di lui si occuparono Carlo Casalegno su "La Stampa" e Pierpaolo Pasolini sul "Corriere della Sera". Casalegno (che morì poi ucciso dalle Brigate Rosse nel 1977) fu particolarmente sferzante: «Che importa se girano a vuoto le macchine della polizia, impegnata contro forme di criminalità più pericolosa, e della giustizia, sommersa da laute pratiche arretrate? La moralità italiana è difesa, i princìpi sono salvi».
All’integerrimo pretore il quotidiano “Repubblica” (edizione palermitana) dedicò il 15 ottobre 2017 un articolo commemorativo di Gery Palazzotto, intitolato “Storia di Salmeri, il pretore che vietava il lato B”. Palazzotto vi ricordava la partecipazione di Salmeri a una puntata di "Acquario" di Maurizio Costanzo il 12 marzo 1979, in occasione della quale il pretore ebbe modo di incontrare la pornostar Ilona Staller (“Cicciolina”) e la scrittrice Dacia Maraini (che inveì contro il suo “furore punitivo”); il programma si può vedere su Raiplay. Alle accuse di sessuofobia Salmeri (con un marcato accento palermitano) replicò dichiarandosi, al contrario, un uomo di mondo perché aveva frequentato (una volta) le Folies Bergère… Morì l’anno dopo, nel 1980.
Se il povero Salmeri girasse oggi per le strade, chissà quanti shock avrebbe; e chissà quali sarebbero la meraviglia e il fastidio dei tanti sanzionabili, di fronte all’improbabile apparizione di un Catone dei tempi moderni.
Ma dell’accigliato pretore rimane soprattutto, nella mia memoria, quella sua epica definizione di “normale caldo estivo” che uso ancora oggi, sempre timoroso però di doverla presto accantonare di fronte a qualche opprimente anticiclone africano.
MARIO PINTACUDA

Nessun commento:

Posta un commento