Santo Lombino, scopritore di autori sconosciuti, non si smentisce mai. Si deve, infatti, anche a lui la scoperta di un gran libro che ha visto la luce nelle ultime settimane e che Repubblica non ha mancato di ricordare con la penna di uno dei suoi migliori collaboratori. (fv)
The Milman Parry Blues
Santo Lombino
Mezzo secolo fa, nel periodo in
cui lavoravo nelle ferrovie dello stato in Calabria, ho conosciuto Antonio
Milano, docente di latino e greco a Lamezia Terme, molto impegnato sul piano
culturale e politico, ma anche pieno di grande fantasia nel forgiare slogan
pubblicitari per aziende locali (ricordo tra l’altro il nome dei jeans
“Phangus” da lui inventato). Con lui e con la moglie Rosa Tavella ci
frequentammo spesso e diventammo amici, tanto che mi invitarono alle loro
nozze. Li ho rivisti cinque anni fa in occasione della mia partecipazione al
festival “Trame “che si svolge ogni anno nella città calabrese con scrittori,
giornalisti, magistrati, cittadini impegnati nella lotta alle mafie e alla
corruzione. In quella occasione seppi di un saggio storico che Milano aveva scritto
per una rivista della sua regione, a partire dalle lettere del padre che,
essendo stato impegnato in Etiopia negli anni dell’aggressione fascista a quel
Paese, dimostravano l’uso dei gas pericolosi e proibiti contro quella
popolazione. Un anno dopo il nostro nuovo incontro, però, la triste notizia: un
male tanto terribile quanto rapido aveva sottratto Antonio alla sua famiglia e
alla comunità di cui era uno dei migliori attori. Qualche tempo dopo la moglie
mi faceva conoscere ciò che Antonio aveva lasciato: “The Milman Parry Blues”,
un curioso poema, insieme saggio, testo teatrale, opera musicale che
ripercorreva la storia del celebre studioso statunitense venuto in Europa nel
Novecento a cercare i segni dei poemi omerici di molti secoli prima. Per me che
non conoscevo il soggetto fu una grande scoperta, così come mi sorprese sapere
che all’opera il mio amico aveva dedicano tanti anni della sua esistenza. Ho
subito segnalato lo scritto all’editore Mario Trombino, che ha condiviso
l’apprezzamento per il blues di Milano e ha deciso di farne un libro di non
piccola molte. Adesso, grazie all’amore e alla cura di Rosa Tavella, grazie all’amatissimo
figlio Francesco che ha disegnato
l’immagine di copertina e non solo, grazie a Tiziana Giudice, ex alunna di
Antonio che ha filologicamente ripreso
il testo, alla dotta e ricca prefazione di Marcello La Matina, palermitano che
insegna all’Università di Macerata, allo scrittore Paolo Rumiz, possiamo vedere
finalmente nelle librerie il lascito di Antonio Milano, educatore e studioso
che ha lasciato il segno in tutti coloro che lo hanno conosciuto.
Santo Lombino
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