Dal sito http://www.megachip.info
riprendo oggi la recensione di Paolo Bartolini dell’ultimo libro del filosofo e
psicoanalista Romano Màdera:
Con una certa emozione mi appresto a recensire il
nuovo lavoro di Romano Màdera, tanta è l’intensità di questo scritto che
fonde, secondo registri diversi ma comunicanti, riflessioni e illuminazioni
sulla nostra epoca, squarci di luce e di senso che si affidano al linguaggio
della psicoanalisi, della filosofia, della politica (quella “alta”) e, non
ultima, della religione. “La carta del senso. Psicologia del
profondo e vita filosofica” (Raffaello Cortina Editore, €29) è
un’opera stratificata e densa, dove si depositano le esplorazioni di un
filosofo e di un uomo che non rinuncia ad analizzare la civiltà in cui viviamo
e il suo declino, conservando tuttavia una fiducia incrollabile nella capacità
umana di trasfigurare il negativo e di tracciare inediti orizzonti di senso.
Questa fede profonda è il centro che attrae e ordina le molteplici
istanze di critica all’esistente, permettendo all’autore, e a noi con lui, di
non acconsentire mai alla disperazione e all’accettazione passiva dello stato
di cose presenti.
Sebbene sia quasi impossibile offrire, nel breve
spazio di una recensione, una panoramica completa degli scenari che questo
libro schiude al lettore, è tuttavia necessario soffermarci sul filo che unisce
i vari temi trattati. L’idea di fondo dell’autore è quella di promuovere una nuova
alleanza tra psicologia del profondo (Jung e Neumann i riferimenti più
importanti) e filosofia come stile di vita (Hadot, ben più di Foucault,
il nume tutelare), che dia un contributo vitale alla formazione dell’uomo
contemporaneo, intrecciando il sapere biografico con la conoscenza accurata dei
mutamenti antropologici innescati dalla “civiltà dell’accumulazione economica”.
Nel libro di Màdera ci sono pagine vertiginose che
descrivono la natura pervasiva, in estensione e profondità, del
capitalismo globale e della sua cultura
consumistica (“licitazionismo” è il neologismo che
l’autore ha coniato per descrivere il paradosso di un desiderio divenuto legge
e penetrato nei recessi più intimi della psiche collettiva e individuale). Sono
pagine che mettono in evidenza l’esigenza di ripensare a fondo i progetti di
liberazione – anche qui individuali e collettivi – che sono stati immaginati un
po’ ovunque negli ultimi decenni.
E’ proprio su questo tema che il testo di Màdera si
configura come una provocazione coraggiosa, qui rivolta a moderati e estremisti
della prima e dell’ultima ora.
La proposta, infatti, di un perfezionamento
etico continuo (reso possibile principalmente, ma non solo, da esercizi
spirituali mirati al trascendimento delle pretese egoiche e al recupero di un
senso pieno di appartenenza al Tutto), unito all’esame realistico e puntuale
delle condizioni storiche effettive e dei rapporti di forza in campo, fa sì che
si possano abbandonare contemporaneamente le vie fallimentari del riformismo
e del rivoluzionarismo, laddove entrambe sono rimaste ancorate alla pretesa
di modificare il capitalismo globale attraverso azioni esclusivamente politiche
ed economiche (graduali o sovversive poco importa).
Lo sguardo di Màdera è lucido e visionario insieme, soprattutto quando comprende che
senza uomini consapevoli della loro interdipendenza con tutto e tutti, siamo destinati a replicare gli
errori e le tragedie del Novecento, rafforzando la logica feticistica del
sistema, che si nutre proprio dell’inconsapevolezza degli uomini e del loro
mancato controllo sui processi riproduttivi della vita sociale.
E’ insomma un invito, quello di Màdera, a coltivare la
passione per le alternative praticabili, per le eutopie che da subito, nel
capitalismo, disegnano forme di resistenza al dominio incontrastato delle cose
e del denaro. Molti altri sono gli argomenti che rendono questo libro, dal 10
ottobre in libreria, un testo fondamentale per chi è alla ricerca di un nuovo
equilibrio esistenziale e di spunti di meditazione che impegnino la vita,
indicando una via percorribile di conversione filosofica.
Romano
Màdera è filosofo,
psicoanalista di formazione junghiana e professore ordinario presso
l'Università degli Studi di Milano-Bicocca, dopo aver insegnato all'Università della
Calabria e all'Università Ca' Foscari di Venezia. Tra i suoi libri più
significativi: L'alchimia ribelle
(Palomar, 1997), L'animale visionario
(Il Saggiatore, 1999), La filosofia come stile di vita (con L.V.
Tarca, Mondadori, 2003) e Il nudo piacere di vivere
(Mondadori, 2006).
Articoli
Correlati:
- L’animale visionario. Intervista al filosofo Romano Màdera
- Ma di che corpo parliamo?
- “Limite ultimo: personalità, nuda vita e capitalismo assoluto”
- Riformismo radicale e Rivoluzione culturale: la via di mezzo che dobbiamo percorrere
Bello, complimenti.
RispondiElimina