Avevo deciso di ignorare i prevedibili risultati delle ultime elezioni sicule. Oggi mi contraddico proponendo due brevi commenti che solo in parte condivido. Lo faccio per provocare soltanto qualche ulteriore commento che ognuno potrà anche tenere per sé.
P.S. : Oggi aggiungo un punto interrogativo al titolo
del post – anche per sottolinearne il carattere aperto – insieme ad un altro commento ancor più
problematico di quelli precedentemente pubblicati.
Ritengo inoltre che
meritano particolare attenzione i commenti, anche quelli anonimi, fatti dai
lettori del blog.
PIER LUIGI SULLO - I DILEMMI DEI 5 STELLE
Qualcuno si è chiesto, su questo giornale, perché mai
non si faccia un’inchiesta a fondo e un dibattito approfondito sul fenomeno del
momento: il Movimento 5 stelle. Eppure, negli anni novanta, qui e altrove
fiorirono le narrazioni e le riflessioni sul fenomeno dell’epoca, la Lega nord.
E si riuscì, in una certa misura, a far corrispondere l’ascesa dei “barbari”
del nord a una lettura della società da cui emergevano, a quella che si chiamò
la “questione settentrionale”, che di per sé, nell’era della prima
globalizzazione, che strappava i territori dai loro destini nazionali,
comportava eversioni. Poi i leghisti furono omeopaticamente assorbiti dalla
cosiddetta “seconda repubblica”, dal suo campione egemone, Berlusconi, fino ad
essere pescati con le dita nella marmellata del denaro pubblico.
Ora il voto siciliano pone una domanda molto
interessante – al di là del quesito più serio, ossia come mai più di metà degli
elettori ha disertato. Per il Movimento 5 stelle i casi sono tre: o eleggono
poche persone, nelle assemblee elettive di vario livello, ed allora hanno gioco
facile, non essendo chiamati a formare maggioranze, a tenersi di lato e a dire
“fate tutti schifo”; oppure afferrano il 51 per cento, ciò che è accaduto in
vari comuni, come a Parma, e allora bisognerà vedere che cosa fanno e come e
però questa possibilità è assai difficile immaginarla a livello nazionale; o
infine, com’è il caso della Sicilia e sarà probabilmente il caso in Lombardia,
nel Lazio e anche nelle eleizoni politiche, il Movimento ottiene plotoni di
eletti, e deve quindi dire come farà pesare, ed eventualmente con chi, la forza
che gli elettori gli hanno regalato.
Le prime mosse del candidato presidente della Sicilia,
Cancelleri, sono significative. Non ha detto: noi stiamo fuori. Ha detto invece
a Crocetta, il presidente eletto: seduceteci, fateci proposte che ci piacciono
e che possiamo votare. Subito dopo, Cancelleri è andato a Porta a Porta, da
Bruno Vespa (come una sua collega consigliera comunale di Bologna era seduta a
Ballarò, martedì sera). Cos’è capitato? Che Grillo in persona, il quale
invitava i suoi eletti a non andare in tv, ha cambiato idea? Oppure che la
tenuta del Movimento, sui comportamenti, mostra delle crepe? Beppe Grillo sa
bene come mettere la propria faccia di fianco a quella di altri politici, in
tv, ha l’effetto di uno schiacciasassi: tutti diventano uguali, qualunque cosa
dicano: è l’inizio dell’assorbimento omeopatico.
Il punto è: chi vota per il Movimento 5 stelle, pur
essendo molto spesso parte di un movimento o comitato locale, un normale
cittadino che cerca vie per ribellarsi, contro l’inceneritore (come a Parma) e
contro gli affaristi-politici che lo vogliono fare a tutti i costi per
spartirsi i quattrini, lo fa per rancore, nemmeno più per protesta, sulla base
della speranza – paradosslamente conservatrice, come scrive sul nostro sito
Gianfranco Ferraro – che basti sostituire i disonesti con gli onesti perché le
istituzioni democratiche tornino a funzionare. Ma con questi partiti
trasformisti, prontissimi a cambiare berretto per inaugurare la “terza
repubblica” – che nelle assemblee elettive dovranno fare i conti.
PIERLUIGI
SULLO sul manifesto del 1 novembre 2012
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Massimo Gramellini - Compagni di Beppe
La stragrande maggioranza degli elettori di Grillo proviene dai partiti di centrosinistra. L’analisi dell’Istituto Cattaneo sui flussi del voto siciliano smonta un luogo comune. Ad accendere le Cinque Stelle non è il popolo deluso da Berlusconi, che in Sicilia si è astenuto in massa. Sono il lettore del «Fatto», lo spettatore di Santoro, il progressista stremato dai ghirigori della nomenclatura rossa e rosé, in particolare da quella del Pd, che in cinque anni è passato da 505 mila a 257 mila voti: un trionfo davvero storico. Chiunque si sia preso la briga di togliere l’audio all’ugola di Grillo per leggerne i programmi, si sarà imbattuto in parole come «ambiente», «moralità della politica», «scuola pubblica», «bene comune». Il vocabolario del perfetto democratico. Gli stessi attivisti del movimento, che detestano essere chiamati «grillini», detestano forse ancora di più passare per conservatori, liberali o populisti, le tre tribù (le prime due largamente minoritarie) accampate da vent’anni intorno al totem berlusconiano.Il voto siciliano racconta un’Italia nauseata che vorrebbe sfasciare i vecchi partiti, ma non è altrettanto d’accordo nella scelta del rottamatore. Il nauseato di sinistra preferisce Grillo. Il nauseato di destra, temo, la Santanché. Mentre l’avvocato, il dentista, il piccolo artigiano che hanno votato Berlusconi o Bossi turandosi il naso, adesso se lo sturerebbero volentieri per votare Renzi. Se solo si candidasse alle primarie giuste.
Da LA STAMPA di oggi 31.10.2012
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DON PAOLO FARINELLA – I vespri siciliani
del 2012
La Sicilia
ha votato per le Regionali: al di là dei risultati matematici, il vero
vincitore è il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e Giancarlo Cancelleri che
arrivano al 18,17%. E’ vero che il presidente sarà il candidato Pd, alleato con
l’Udc di Casini, ma qui si naviga nel vecchio e non andranno lontano. Sono
senza maggioranza. Casini sostiene da sempre la mafia e sarà difficile che se ne
discosti adesso. Il Pd ha governato con tutti, compreso Cuffaro e Lombardo, uno
in carcere e l’altro indagato per mafia e sperperatore impudico di denaro
pubblico. Ora l’alleanza con Casini è solenne, definiva e ufficiale, preludio
di un balzo in avanti a livello nazionale.
La Sicilia
ha sempre anticipato il trend nazionale: ora ci prepariamo all’alleanza
politica nazionale tra Bersani e Casini, senza Vendola e Di Pietro, che in
Sicilia sono scomparsi. Non voglio nemmeno pensarci perché sarebbe la morte di
quelle parvenze di sinistra ancora rimaste nell’aria. Vendola era nato già
vecchio e morto, anche perché sta dimostrando di essere un quaquaraquà in casa
e fuori. Di Pietro è pieno di guai dappertutto e la «questione morale» lo
perseguita da ogni dove: Liguria, Abruzzo, Italia. Renzi andrà a destra e si
porterà via un pezzo di Pd; insomma nel rimescolare le carte, la confusione
sarà gigantesca e Babele a confronto un gioco da ragazzi. Tutti penseranno alle
alleanze e a dimostrare giurando sulla testa dei propri figli, di essere più al
centro degli altri, mentre il Paese langue, muore e soffoca.
Il Pdl dinonsisapiùdichisia
sta tornando nella fogna da cui è venuto e speriamo che crepi e crepi
davvero. E’ il partito mafioso per eccellenza, il partito raccatta corrotti che
si autosalvano con l’immunità parlamentare, dei venduti e dei vuoti a perdere.
Opportunisti e falsi, bugiardi e delinquenti.
La Sicilia
adesso sarà ingovernabile e se il Pd fosse furbo chiamerebbe il M5S e gli
proporrebbe di votare subito una legge/decreto che elimini due terzi di
parassiti «deputati regionali» (si chiamano così per legge costituzionale),
modifichi i criteri di elezione, smantelli il clientelismo, ponga un limite
alle candidature di due legislature, obblighi al doppio turno con collegi
uninominali, faccia decadere vita natural durante chi falsifica firme
elettorali o fa brogli elettorali, tagli gli stipendi dei politici di almeno
tre quarti, tolga tutti i benefit a loro disposizione e ponga la
responsabilità in solido per chi causa un danno economico, obbligato a
risarcire con i beni personali, estrometta dai pubblici uffici chiunque è
accusato di essere colluso con la mafia e altre tre o quattro cose del genere.
Lo approvino. Tornino alle urne. Governino. Vinca il migliore.
Alfano «Iena
Ridens» aveva promesso che si sarebbe dimesso se non avesse vinto, ora che ha
straperso, logicamente è soddisfatto del risultato e, sulla scia del suo
maestro e mentitore, andrà avanti ad alfaneggiare con gli occhi spiritati e il
sorriso ebete, come di uno che si è appena fatta una canna. Chi vota questa
gente … beh lasciamo perdere.
Forse molti
si sono dimenticati che nel 2004 Berlusconi in Sicilia vinse con 61 collegi su
61, perché la mafia lo sostenne come sempre. Staremo a vedere. Il Pd e Casini
devono allearsi, se vogliono governare con Micciché, figlioccio di dell’Utri e
pupillo di Berlusconi. Ha fatto una campagna in puro stile mafioso: facendo
finta di allontanarsi dai «padrini», ormai bruciati politicamente, ma mandando
segnali di affetto e di rispetto. L’importante è portare i voti, e condizionare
il governo dall’interno. Micciché è il referente «nuovo» anzi «antico» della
mafia siciliana.
Grillo è
stato l’unico che si è piazzato in Sicilia dove è rimasto quasi un mese ed è
l’unico che è andato porta a porta a conquistarsi gli elettori senza un
centesimo di voto di scambio: il suo 18,17% è tutto merito suo in un contesto
come quello siciliano dove vale il 60%. Non condivido tutto quello che dice e
grida Beppe Grillo, ma da commentatore politico «dei fatti», dico che Grillo è
inevitabile. E’ la cruna dell’ago da cui deve passare la Sicilia e l’Italia.
Ora salendo la Penisola, come Garibaldi arriverà a Roma e senza incontri regali
a Teano, farà il botto che si sentirà anche al Quirinale, anche al Vaticano e …
speriamo che questi siano in grado di scappare a Brindisi, da soli, senza
Badogli al seguito.
don Paolo
Farinella
Da Micromega
30.10.2012
I VOTI MAFIOSI SONO TRASVERSALI. NESSUN PARTITO O MOVIMENTO PUò RIVENDICARNE L'ESCLUSIVA!
RispondiEliminaFranco caro, mi scuserai se commento cosi:"Quello che mi sento di dire è che l'astensionismo, nell'attuale fase, è stato una scelta legittima, non mi sento di stigmatizzarlo in alcun modo. E' legittima l'esasperazione che manda un vero vaffanculo alla manfrina elettorale che si affaccia a chiedere il voto alla vigilia delle elezioni.
RispondiEliminaL'altra cosa che mi sento di dire è che noi (Sinistra) siamo sulla Luna. Un certo ottimismo che circolava tra di noi, devo dire, mi lasciava felicemente stupito. Pensavo di essere io l'inguaribile pessimista che “con la mano sul mento ascoltava Luigi Tenco” e mi auguravo, mentre dalla Luna precipitavamo sulla Terra, che il partito degli ottimisti avesse ragione. Bhe, così non è stato.
L'ottimismo probabilmente residua nel fatto che dopo aver portato lo zio Lino, novantunenne, al seggio, il quale convintamente ha votato Marano-Cipriano, ci siamo mangiati un piatto di linguine con le cozze da Franchino. E dopo una fredda riflessione, l'altra cosa che mi sento di dire sportivamente è : VAFFANCULOOOOOO a Crocetta che si andrà ad alleare con Micciché/Lombardo e pure a Grillo e a tutti i gaudenti cazzoni che gli vanno dietro, ma anche a noi che ci tiriamo sassi l'un con l'altro sulla Luna e manco cerchiamo di recuperare il senno.
Fab
Carissimo Fab,
RispondiEliminasei l'amico di sinistra più creativo ed onesto che conosco. Condivido sostanzialmente il tuo punto di vista.
Saluti
Da dove iniziare? Forse è meglio essere ottimisti e vedere una occasione di riscatto nella vittoria di Crocetta. L'ottimismo che nasce dalla consapevolezza che ogni situazione che raggiunge un grado di criticità insopportabile esplode. L'astenzionismo di questa portata ha spaventato i partiti e segna il grado di criticità raggiunto dalla politica e dalla rappresentanza istituzionale. Se Crocetta è sincero, se ha "palle", puo giocarsi la partita l'astensionismo o gran parte di esso sara con lui. Se fara sua e riuscira a comunicare in semplicita e assoluta trasparenza la voglia di cambiamento del popolo ha possibilità di successo. Sembra che non voglia farsi ingabbiare in tatticismi politichesi, ha voglia di sedurre con la sua opera la gente e bene noi aspettiamo di essere sedotti. Aspettiamo cose diverse, agire diverso, un cambio di rotta significativo, una rivoluzione. Se non sarà cosi dobbiamo aspettare un nuovo Mosè.
RispondiEliminaA me questo neopresidente della regione Sicilia “a 7 stelle” mi piace sempre di più.
RispondiEliminaW la crisi e l’”antipolitica” se poi ci permette di avere dei presidenti politici a tutto tondo, di questo spessore.
Benvenuti agli attivisti 5 stelle che arrivano in 15 nel Parlamento regionale.
Per ora vi posto solo due video di Crocetta, presi al volo.
Io sono molto ottimista l’unica cosa che mi dispiace è che Giovanna Marano non ce l’abbia fatta a passare nel Parlamento siciliano, ma la colpa è sempre (e ormai da svariati anni) di quelli che non hanno capito che è necassario allearsi e non correre da soli come galletti narcisisti.
In Sicilia clamorosa e schiacciante vittoria del partito degli astensionisti che si attesta al 53 % delle preferenze, conquistando la maggioranza assoluta. Se a questo 53% si aggiungono le preferenze date al Movimento 5 stelle, si arriva al 60%. Da ciò emerge un dato molto chiaro: la gente si è veramente stancata. Il 60% dei siciliani non crede più ai partiti tradizionali, arrivati ormai alla frutta, o forse addirittura al caffè.
RispondiEliminaChiunque ha il coraggio di attribuirsi la vittoria è solo un povero illuso. La sua si denoterebbe come una vittoria di Pirro, anzi da Pirla, per dirla alla maniera "bauscia".
Mi hanno accusato di essere un anti-politico perchè non sono andato a votare, ma io ritengo che il voto dei cittadini bisogna guadagnarselo. Quando un cittadino ritiene credibile un candidato lo vota, altrimenti è un suo diritto non votarlo. Il voto è una cosa seria, non va sprecato, dandolo in maniera approssimativa.
Concludo con una poesia, come è consuetudine di questo blog. Una poesia di denuncia sul fatto che siamo un popolo senza rappresentanza, come dimostrano i risultati elettorali . I politici prima di festeggiare ne devono prendere atto.
EZIO SPATARO NEL SUO BLOG: http://percorsipoeticiabrannu.blogspot.it/