17 ottobre 2012

SCIASCIA: SALE SULLE PIAGHE.





foto di FERDINANDO SCIANNA



Una poesia inedita di Leonardo Sciascia, risalente ai primi anni cinquanta, ritrovata da Francesco Izzo, nel 2009, tra le carte di Pier Paolo Pasolini, aiuta a capire le ragioni per cui lo scrittore di Racalmuto aveva proposto d’intitolare Il sale sulla piaga il suo primo capolavoro.

IL PAESE DEL SALE

Il paese del sale, il mio paese
che frana – sale e nebbia-
dall’altipiano a una valle di crete;
così povero che basta un venditore
d’abiti smessi – ridono appesi alle corde
i colori delle vesti femminili –
a far festa, o la tenda bianca
del venditore di torrone.
Il sale sulla piaga, queste pietre
bianche che s’ammucchiano
lungo i binari – il viaggiatore
alza gli occhi dal giornale, chiede
il nome del paese – e poi in lunghi convogli e
scendono alle navi di Porto Empedocle;
il sale della terra – “e se il sale
diventa insipido
come gli renderà il sapore?”
(E se diventa morte,
pianto di donne nere nelle strade,
fame negli occhi dei bambini?) 

Leonardo Sciascia, 1952.













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