foto di FERDINANDO SCIANNA
Una poesia
inedita di Leonardo Sciascia, risalente ai primi anni cinquanta, ritrovata da
Francesco Izzo, nel 2009, tra le carte di Pier Paolo Pasolini, aiuta a capire
le ragioni per cui lo scrittore di Racalmuto aveva proposto d’intitolare Il sale sulla piaga il suo primo
capolavoro.
IL PAESE DEL
SALE
Il paese del
sale, il mio paese
che frana –
sale e nebbia-
dall’altipiano
a una valle di crete;
così povero
che basta un venditore
d’abiti
smessi – ridono appesi alle corde
i colori
delle vesti femminili –
a far festa,
o la tenda bianca
del
venditore di torrone.
Il sale
sulla piaga, queste pietre
bianche che
s’ammucchiano
lungo i
binari – il viaggiatore
alza gli
occhi dal giornale, chiede
il nome del
paese – e poi in lunghi convogli e
scendono
alle navi di Porto Empedocle;
il sale
della terra – “e se il sale
diventa
insipido
come gli
renderà il sapore?”
(E se diventa
morte,
pianto di
donne nere nelle strade,
fame negli
occhi dei bambini?)
Leonardo
Sciascia, 1952.
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