06 giugno 2016

Anche a Corleone c'è chi non s'inchina




       Riprendo da http://www.cittanuove-corleone.net/2016/06/a-corleone-noinoncinchiniamo.html il pezzo seguente esprimendo la mia personale ammirazione per l'impegno e il coraggio mostrato, anche in questa occasione, da Dino Paternostro.  fv 

# NOINONCINCHINIAMO
Questo l’hastag che ha messo d’accordo la Corleone civile e democratica, che in questi giorni si era un poco smarrita e sbandata, ma che ha ritrovato in se stessa le motivazioni, la forza e il coraggio civile di rialzare la testa e riprendere, unita, quel cammino di liberazione dalla mafia, che persegue – pur in mezzo a mille problemi – da tanti anni. Ci siamo ritrovati nella critica contro gli assalti a volte superficiali di certi media, ma anche nella critica di chi sarebbe disposto ad indulgere verso i potenti. Noi non ci inchiniamo né di fronte alla mafia né di fronte ai potenti, a chi ci vuole sudditi, ma rivendichiamo a testa alta la nostra dignità di cittadini, che sono i primi a gridare che a Corleone c’è stata e c’è mafia, ma con altrettanto vigore gridano che ci sono state e ci sono le forze che la combattono.

Ci siamo cercati e ci siamo ritrovati stasera in villa comunale. Io, Cosimo, Lorena, Marilisa, e tante/i altre/i. Abbiamo parlato e ci siamo confrontati animatamente e con franchezza, abbiamo cercato le coordinate. Adesso aspettiamo gli esiti dell’indagine della magistratura sulla processione di S. Giovanni Evangelista. Aspettiamo gli esiti dell’indagine interna della Curia di Monreale. Chiediamo rigore, non superficialità. I corleonesi normalmente democratici, giovani e meno giovani, non s’inchinano davanti ai boss e nemmeno davanti alla superficialità di certi media. Rispettano, sostengono ed incoraggiano l’informazione e i suoi operatori, invitandoli però al massimo rigore e al massimo rispetto della verità.
Siamo gli eredi dei corleonesi del Vespri (1282), dei corleonesi dei Fasci (1892), di San Leoluca e San Bernardo, di Bernardino Verro e Placido Rizzotto. Ripudiamo la mafia e i mafiosi, anche quando si presentano con i volti suadenti ed accattivanti del potente di turno. Riteniamo che laici e religiosi, credenti e non credenti debbano percorrere insieme, da persone di buona volontà, la strada della legalità e della rinascita, superando con pazienza, forza e tenacia tutti gli ostacoli.

Ci siamo cercati, ci siamo trovati e abbiamo assunto l’impegno di costruire insieme, nelle prossime settimane, un momento di confronto pubblico della città, capace di superare ritardi ed incomprensioni ed indicare la strada del futuro. E adesso al lavoro!  

Dino Paternostro

3 commenti:

  1. Sono Maria Di Carlo. L'argomento non interessa nessuno, in questo scontro fra sordi fra "io non ma inchino" e "io non minchione" ma insisto, usando il condizionale a ragion veduta in questa storia: mi piacerebbe sentire mezza opinione (una intera sarebbe troppo) sull'atteggiamento delle forze dell'ordine. Mi chiedevo: come mai le forze dell'ordine che sarebbero state presenti alla processione (leggo il commissario di polizia e un maresciallo, non un qualsiasi agente) se ne sono andate via dalla processione (suppongo per indignazione)?!? Per riferire a chi? Il commissario non dovrebbe essere la più alta carica in paese? Non sarebbe stato meglio, alla prima impressione di un quarto di inchino, intervenire con mezza dirimente parola e vietare autorevolmente la sosta là per farla più in là?!?
    - Non frequento processioni e non so quali siano i loro percorsi. Ma non mi è stato possibile fino ad ora, chiedendo a corleonesi, sapere se il percorso fatto è o meno un percorso abituale. Ci vogliono indagini incrociate per saperlo? A me sembra un elemento basilare
    - Se ce la fate, evitate di attribuirmi l'etichetta di filomafiosa solo perché esprimo un'opinione anche (non solo) critica nei confronti degli anti

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  2. Faccio mia l'osservazione di Roberto Tagliavia: Giusto ragionare sui comportamenti di tutti(comprese le forze dell'ordine), ma perché irridere uno slogan che ha unito in una proposizione positiva tanti corleonesi e amici di Corleone di diverse opinioni e di forte spirito critico?

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  3. Diamo sostegno ai corleonesi onesti. Sappiamo che gli slogan servono anche nelle grandi battaglie, fanno parte della comunicazione. Bravi, coraggio, non mollate!!!

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