"Non è più questione di miseria … La mafia alligna
anche in società ricche […] in Sicilia c’è la mafia ma non è la mafia […]. Qui
la mafia non sarebbe durata tanto a lungo se non fosse stata aiutata da un
patto con lo Stato, che naturalmente non è un patto steso a tavolino […], ma è
un patto da vedere in quella che Machiavelli chiamava “la
verità effettuale delle cose”.
(Leonardo Sciascia, in G.
Mingozzi, La terra dell’uomo)
LA SICILIA DI GIANFRANCO MINGOZZI
Dopo
alcuni cortometraggi girati a Palermo nel 1963 – per tutti vedi I
mali mistieri in You Tube – Gianfranco
Mingozzi propone una prima visione d’insieme delle contraddizioni siciliane
tramite il documentario intitolato Con
il cuore fermo, Sicilia del 1965. Questo
lavoro del regista bolognese, innamorato del meridione italiano e della sua
isola maggiore, ottiene il Gran Premio Leone d’Oro al Festival di Venezia del
1965 ed altri riconoscimenti nei più prestigiosi Festivals di Cinema del mondo.
Scriverà al riguardo Giulio Obici: “26 minuti in bianco e nero, in cui –per
virtù magica dello stile – si riassumono anni e secoli e si allude con un
inquieto interrogativo al futuro, che non è più nelle mani degli dei, ma in
quelle degli uomini.”
Lo stesso Mingozzi ha raccontato la storia
di questo documentario e di un progetto di più ampio respiro, che non vedrà mai
la luce, in un bellissimo libro intitolato La
terra dell’uomo, pubblicato
dalle Edizioni Kurumuny nel 2008. Si raccomanda vivamente la lettura di questo
libro anche perché comprende, in formato
DVD, una copia del prezioso documentario premiato a Venezia insieme al commento
fuori campo scritto da Leonardo Sciascia. Quest’ultimo si concludeva con queste
parole:
Se lo Stato continuerà a chiudere gli occhi davanti
alla miseria e ad aprirli solo di fronte
alla violenza […] la coscienza della nazione vanamente si chinerà su questo
problema , ormai secolare, dello sfruttamento e del sopruso e vanamente
cercherà di capire questa terra –la Sicilia occidentale – che è una parte di
noi e vanamente griderà la denuncia di problemi che sono nostri problemi.
Vent’anni dopo, e precisamente nel 1986,
Mingozzi torna in Sicilia per realizzare un nuovo documentario proposto alla
RAI, e incontra nuovamente, tra gli altri, sia Leonardo Sciascia che Danilo
Dolci. Sciascia, nel rivedere le immagini del documentario del 1965, col suo
commento fuori campo, rettifica immediatamente il suo precedente giudizio
puntualizzando:
Non è più questione di miseria … La mafia alligna
anche in società ricche […] in Sicilia c’è la mafia ma non è la mafia […]. Qui
la mafia non sarebbe durata tanto a lungo se non fosse stata aiutata da un
patto con lo Stato, che naturalmente non è un patto steso a tavolino […], ma è
un patto da vedere in quella che Machiavelli chiamava “la
verità effettuale delle cose”. (L. Sciascia in G.
Mingozzi, La terra dell’uomo, pag. 101)
Per
quanto riguarda il lungometraggio proposto alla televisione italiana e al quale
aveva cominciato a lavorare dopo il primo consenso ricevuto, nel libro suddetto
Mingozzi fornisce puntuali inedite notizie, dalle quali risultano chiarite le
ragioni per cui il film non vedrà mai la luce. Scrive infatti il regista:
Il programma, tre puntate di 55 minuti l’una fu
consegnato alla RAI nella primavera del 1987, in tempo contrattuale. Ho
aspettato la messa in onda per mesi. Invano. Ho telefonato, ho scritto, ho
protestato. Senza alcun esito e senza risposte o spiegazioni. Ancora oggi, a
oltre vent’anni, il mio programma è inedito. ( Mingozzi, op. cit., pag. 66)
Nel libro La
terra dell’uomo (2008) si trova adesso la
sceneggiatura del film di Gianfranco Mingozzi. Ma solo la sceneggiatura sulla
carta, purtroppo, non il film. Dalla sceneggiatura, comunque, si vede il gran
lavoro che c’è dietro. In esso la figura di Danilo Dolci, con tutte le sue luci
e le sue ombre, avrebbe occupato un posto centrale.
Per
capire meglio le ragioni che spinsero Leonardo Sciascia a collaborare con
Gianfranco Mingozzi e con altri registi e documentaristi del tempo, risulta
utile consultare il recente libro di Sebastiano Gesù, Oltre lo sguardo la memoria.
Leonardo Sciascia e il cinedocumentario, 40due
edizioni, Palermo 2015. In quest’ultimo volume – comprendente anche alcuni
notevoli contributi critici di Carlo Tagliabue, Antonio Di Grado e Maria
Rizzarelli – si trova allegato un altro DVD in cui sono stati raccolti sei
documentari di autori diversi con i commenti asciutti e taglienti dello
scrittore di Racalmuto.
Francesco
Virga
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