04 luglio 2016

GRAMSCI NON E' UN ROMANZO







         Franco Lo Piparo l’anno scorso, chiamato a parlare  dell’amore dello scrittore sardo per Dante Alighieri, allo Steri di Palermo finì per parlare della presunta love story tra Antonio Gramsci e le tre sorelle Schucht, confessando di essere stato dissuaso soltanto da alcuni amici a pubblicare le sue “scoperte” che potevano diventare, coi tempi che corrono, un vero e proprio best seller

          Ma l’idea di trasformare la vita di Gramsci in un romanzo ha varcato i confini nazionali. Infatti, una letterata tedesca, Nora Bossong,  ancor meno scrupolosa del Lo Piparo, nel 2015  ha pubblicato il romanzo non scritto dal filosofo bagherese col titolo 36,9°. Ne dà notizia il settimanale letterario del Corsera LA LETTURA di ieri, 3 luglio 2016, con questo titolo: “ GRAMSCI DIVENTA TEDESCO”. Il sottotitolo spiega già tutto: “ Nora Bossong entra nel cuore e nella testa del pensatore comunista. La malattia e (forse) il disamore per la moglie: spia dei sovietici?”. L’autrice, dopo aver spiegato che il titolo  36,9° si riferisce alla temperatura corporea del sardo carcerato, come riferito dallo stesso Gramsci alla cognata Tatiana Schucht nella lettera del 24 agosto 1931,  rassicura Ranieri Polese che il suo libro “ è soltanto un romanzo” e non intende alimentare nuove polemiche. Comunque, nel corso dell’intervista rilasciata a Polese, la Bossong confessa di essere stata influenzata dal Lo Piparo. Dichiara infatti:
 “ mentre già lavoravo al romanzo, la mia casa editrice mi fece avere il saggio di Franco Lo Piparo, L’enigma del quaderno (Donzelli, 2013). L’ipotesi di un Quaderno mancante poteva diventare uno spunto da romanzo”.

          Così abbiamo appreso che Gramsci è diventato un romanzo anche nell’austera Germania. Ma noi, anche se siamo ormai abituati a non sorprenderci di nulla, continuiamo a sperare che, oltre ai romanzi, la gente, prima o poi, legga anche quello che ha realmente scritto Antonio Gramsci.

Francesco Virga, 4 luglio 2016                                          

    

1 commento:

  1. È un ulteriore segno dei tempi? Sembra di sì. Il contagio del romanzesco, dello scoop a tutti i costi; in una parola, della spettacolarizzazione, anche della cultura, non ha confini!

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