Tutti gridano al complotto!!! Ma
quando ce l’avevate sotto gli occhi non l’avete visto
Voglio offrire un momento di
riflessione a quegli stupidi (non parlo dei troll, che proliferano ogni tanto,
su queste pagine e sul web in generale) che, ogni volta che si affacci un
interrogativo qualsiasi nei loro paraggi, lo scansano gridando:
complotto!, gomblotto!!, gombloddo!!!, e via vomitando. Gelosi della loro
quieta infelicità quotidiana, piena di certezze e di disprezzo per la realtà
effettuale delle cose. Non ho la pretesa di convincere loro, ovviamente. Gli
stupidi sono invincibili, imbattibili. Secondo la definizione del
compianto prof. Cipolla, essi sono più temibili di un criminale, di uno
scassinatore, di un tagliagole. Per la semplice ragione che sono imprevedibili.
Sono gli unici che riescono a far del male agli altri e anche a se stessi. Per
questo sono imparabili.
Infatti non ci si può difendere
facilmente da uno, o una, che fa del male anche a se stesso (stessa), mentre lo
fa al suo prossimo. Puoi difenderti da un ladro, per esempio, perché sai qual è
il suo obiettivo: portarti via il tuo portafogli. Ma gli atti di uno stupido
non li puoi prevedere, perché non hanno alcun senso. E lo prova il fatto che
possono nuocere a chi li circonda, ma contemporaneamente nuocciono a loro
stessi. Ecco perché lo stupido può essere bene inserito nella categoria del
colpito dalla sindrome di Stoccolma, cioè di quelli che s’innamorano del
proprio carceriere e magari del proprio aguzzino, quando non addirittura del
proprio carnefice. Il mondo ne è pieno. Pieno, ad esempio, di gente che vota
contro i propri interessi.
Ma mi accorgo di avere divagato. Vengo
al punto. Parlo di coloro sulla cui bocca si affolla l’aggettivo
qualificativo di “complottista”. E credono fermamente che non esistano i
complotti al mondo. Pensano — si fa per dire — che tutto ciò che viene loro
detto sia la semplice verità. Che chi ti deruba tutti i giorni sia lo
stesso che ti dice la verità. E che il Potere abbia per fine supremo quello di
raccontare a tutti le malizie che compie. Macché. Pensano che di malefatte non
ne esistano proprio, cioè che noi viviamo nel migliore dei mondi possibili.
Anzi, che c’è un unico mondo, che è al tempo stesso il migliore…
Ho divagato di nuovo e me ne scuso.
In realtà volevo dire, a quelli che, in Italia, gridano al “gomblotto”!,
che sono i più stupidi di tutti gli stupidi. Perché, in quanto italiani, il
“gomblotto” lo hanno avuto sotto i loro occhi. E dunque non averlo visto significa
essere particolarmente stupidi. A che mi riferisco? Al “Caso Moro”. Sono
passati 42 anni circa dal momento del suo assassinio e di quello dei cinque
uomini della sua scorta. E ancora la verità non la sappiamo (non la sappiamo
tutta). Non viene loro, agli stupidi, nessun sospetto? Non viene.
Allora mi affido a Giovanni
Fasanella che ci ha ricordato, nel suo libro Il puzzle Moro come
tutte le indagini che si succedettero per accertare la verità, inclusa
l’ultima, la Commissione parlamentare presieduta da Giuseppe Fioroni,
altro non furono che una serie di operazioni “per stabilire i confini delle
cose ‘dicibili al paese'”. Non fu un complotto? Gli stupidi non lo capiscono (e
così da 42 anni fanno del male anche a se stessi). Fasanella insiste: quello
che crediamo di sapere è stato “una verità di comodo, frutto di una ‘complessa
trattativa’ che coinvolse ex terroristi, magistrati, agenti segreti, istruzioni
dello Stato”. Non fu un complotto? No, perché fu una miriade di complotti,
a cominciare dall’assassinio, a seguire con gl’infiniti tentativi, ben
riusciti, di depistare tutte le indagini per scoprire chi l’aveva rapito
e ucciso. E, soprattutto, perché.
Insomma c’erano cose che non si
potevano proprio dire. Neanche adesso si possono dire. Non è un complotto? Gli
stupidi non lo vedono proprio. E, tra gli stupidi, anzi tra gli idioti (utili),
bisogna mettere anche i “brigatisti rossi”, coloro che Fasanella
definisce come “convinti di essere stati il motore esclusivo degli
avvenimenti”, che furono però “più grandi di loro”. Insomma cosa fu il “Caso
Moro”? A costo di fare infuriare tutti gli stupidi, citerò la conclusione del
ragionamento di Fasanella: “L’assassinio di Moro fu un vero e proprio atto
di guerra contro l’Italia anche da parte di Stati amici e alleati, un
attacco alla sovranità di una nazione e alle sue libertà politiche, portato da
interessi stranieri con la complicità di quinte colonne interne”. Orrore!
Gombloddo! Ma Fasanella i documenti li ha trovati e portati.
22 FEBBRAIO
2020 IL FATTO QUOTIDIANO
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