quando
passavi
il
sole si vestiva d'oro
la
brezza innamorata
ti
cingeva ai fianchi
via
libertà si prolungava
di
platano in platano
non
voleva cessare
di
ammirarti
la
grazia dei tuoi fianchi
alzava
le cupole verso il cielo
senza
di te Palermo
nel
mio cuore rantola
è
una camelia caduta
da
un balcone
che
me ne frega
di
cosa il vento sussurra
all'orecchio
delle rose
che
me ne faccio
degli
orari dei treni degli aerei
se
non so dove sei
la
tua assenza mi avvolge
in
un lenzuolo viola
come
le immagini sacre
nella
settimana santa
******
siamo vicino e lontano
e presenti
la metamorfosi del sogno
che diviene carne
il corpo che diviene
sogno
l'eterno viaggio
della luce che insegue
la notte
siamo stelle che si cercano
e non conoscono il tempo
tua madre e mia madre
erano regine
affidarono alla brezza
due pollini
viviamo l'enigma della sorte
siamo e non siamo
non abbiamo nessuna
certezza di essere
la mano di un bambino
bendato estrarrà i numeri
noi potremmo non essere
per secoli
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