Il Parco archeologico della Valle dei Templi non è
costituito, come ho ascoltato più volte in questi giorni, da "quattro
pietre gettate qua e là" (per giustificare la necessità di una
valorizzazione spettacolare di un evidente falso storico) ma dalle evidenze
archeologiche di Akragas, una delle città elleniche più importanti del
Mediterraneo con la visita del tempio di Giunone, del tempio della Concordia,
del tempio di Eracle, del tempio di Zeus Olimpio, del tempio dei Dioscuri, dei
templi di Efesto, Asclepio e Atena, del tempio di Demetra, del tempio L, del
tempio di Iside, dell’Olympieion, dei giardini della Kolymbetra, di un
Bouleuterium, del Santuario delle divinità ctonie, del museo "Pietro
Griffo", della necropoli paleocristiana e bizantina, della grotta
Fragapane, della necropoli greca e della 'Basilicula', del quartiere
ellenistico-romano, della tomba di Terone, etc. etc.
Alla luce di tutte
queste evidenze archeologiche, storiche e monumentali è chiaro che il turista
per visitare tutto questo bendidìo avrebbe bisogno di una settimana di tempo.
Un telamone, copia realizzata nel 1975 dall'Opificio delle Pietre Dura, giace
sdraiato dentro quella che era la cella del tempio di Giove Olimpio, un altro
telamone con elementi originali assemblato dall'archeologo Raffaello Politi nel
1825 e musealizzato nel 1965 dal soprintendente 'Pietro Griffo' e
dall'architetto Franco Minissi si trova all'interno del museo omonimo. Si fa
presente che il sopracitato museo si trova a poca distanza dai templi sul
poggio di San Nicola, antica agorà superiore della città antica, e naturalmente
all'interno dell'area archeologica. Alla luce di tutto ciò il Parco
archeologico della Valle dei Templi bastava a sé stesso, con un milione di
visitatori l'anno. Uno dei parchi archeologici, insieme a Selinunte, più
visitati della Sicilia. Pertanto l'operazione politica e commerciale di
assemblaggio e erezione di 90 elementi lapidei - di cui non è possibile
stabilire l'appartenenza ad un determinato telamone (non vi è tecnica che
permette di individuare se un pezzo scomposto di calcarenite appartenga a un
manufatto rispetto ad un altro a parte l'antica giacitura di
rinvenimento....anche questa inaffidabile) - risulta il frutto della volontà di
una spettacolarizzazione disneylandiana di cui non si avvertiva assolutamente
la mancanza. Un'azione fine a sé stessa che non ha aggiunto valorizzazione,
contenuti scientifici o storici ma ha solo creato un falso storico in presenza
di due telamoni che fino ad oggi hanno permesso al pubblico di sognare e
immaginare la grandiosità dei templi di Akragas.
Peccato un'occasione persa per la politica e la dirigenza
istituzionale del Parco!
MAURO ALESSI, archeologo
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