Da un’intervista di Enzo Biagi a Pier Paolo Pasolini del 1971, inizialmente censurata dalla RAI e resa pubblica solo dopo la morte del poeta:
[...]
«Ma questo mezzo che porta i formaggini in casa come lei una volta ha scritto, adesso nelle case porta le sue parole. Stiamo discutendo con grande libertà, senza alcuna inibizione.. .».
«No, non è vero».
«Sì, è vero, lei può dire tutto quello che vuole».
«No, non posso dire tutto quello che voglio».
«Lo dica. . . ».
«No, no perché sarei accusato di vilipendio, di vilipendio del codice fascista italiano. In realtà io non posso dire tutto. E poi, a parte questo, di fronte all’ingenuità e alla sprovvedutezza di certi ascoltatori io stesso non vorrei dire certe cose. Quindi, mi autocensuro. Ma non è tanto questo, è il medium di massa in sé. Dal momento in cui qualcuno ci ascolta dal video, ha verso di noi un rapporto da inferiore a superiore che è un rapporto spaventosamente antidemocratico».
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