Ieri sera, uscendo per una passeggiata, ho visto nella
crepa di un muro una lucciola. Non ne vedevo, in questa campagna, da almeno
quarant'anni:[...]. Era proprio una lucciola, nella crepa del muro. Ne ebbi una
gioia intensa. E come doppia. E come sdoppiata. La gioia di un tempo ritrovato
- l'infanzia, i ricordi, questo stesso luogo ora silenzioso pieno di voci e di
giuochi - e di un tempo da trovare, da inventare. Con Pasolini. Per Pasolini.
Pasolini ormai fuori del tempo ma non ancora, in
questo terribile paese che l'Italia è diventato, mutato in se stesso.[...]. Fraterno
e lontano, Pasolini per me. Di una fraternità senza confidenza, schermata da
pudori e, credo, da reciproche insofferenze. Per mia parte, sentivo come un
muro che ci separasse una parola a lui cara, una parola-chiave della sua vita:
la parola "adorabile". Può darsi che questa parola io l'abbia qualche
volta scritta, e sicuramente più volte l'ho pensata: ma per una sola donna e
per un solo scrittore. E lo scrittore - forse è inutile dirlo - è Stendhal.
Pasolini trovava invece "adorabile" quel che per me dell'Italia era
già straziante ( ma anche per lui, ricordando un "adorabili perché
strazianti" delle Lettere luterane: e come si può adorare ciò che
strazia?) e sarebbe diventato terribile. Trovava "adorabili" quelli
che inevitabilmente sarebbero stati strumenti della sua morte. E attraverso i
suoi scritti si può compilare come un piccolo dizionario delle cose per lui
"adorabili" e per me soltanto strazianti e oggi terribili.
Le lucciole, dunque. Ed ecco che - pietà e speranza - qui scrivo per Pasolini, come riprendendo dopo più che vent'anni una corrispondenza: " Le lucciole che credevi scomparse, cominciano a tornare. Ne ho vista una ieri sera, dopo tanti anni. Ed è stato così anche con i grilli: per quattro o cinque anni non li ho sentiti, ora le notti sono sterminatamente gremite del loro frinire".
Le lucciole, dunque. Ed ecco che - pietà e speranza - qui scrivo per Pasolini, come riprendendo dopo più che vent'anni una corrispondenza: " Le lucciole che credevi scomparse, cominciano a tornare. Ne ho vista una ieri sera, dopo tanti anni. Ed è stato così anche con i grilli: per quattro o cinque anni non li ho sentiti, ora le notti sono sterminatamente gremite del loro frinire".
Le lucciole. Il Palazzo. Pasolini voleva processare il Palazzo quasi in nome delle lucciole. Per le lucciole scomparse
Leonardo Sciascia, L'affaire Moro, Sellerio 1978, pp.11-13.
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