11 luglio 2012

SPENDING REVIEW NELLA LINGUA DEL POTERE


La manipolazione del significato originario delle  parole è stato, da sempre, uno degli esercizi preferiti dagli uomini di potere. In questo blog  l’abbiamo più volte notato.
Purtroppo  non ci sono più in giro intellettuali come Pasolini e Sciascia capaci di smontare, giorno per giorno, la lingua del potere. Giornali e TV ormai formano un coro unico, e si fanno concorrenza solo per elogiare chi è al potere.
 Uno dei pochi giornali che esce dal coro è il manifesto. Non a caso è a rischio la sua sopravvivenza. Oggi recupero da questo giornale due brevi pezzi di critica nei confronti dell'ultimo decreto del Governo Monti:


“È chiaro che molti termini stranieri negli ultimi cinquant'anni sono entrati a buon diritto nell'uso della lingua italiana (stop, alt, tilt, ok, drink, cocktail, sandwich, cardigan, golf, tennis ecc.) perché non esisteva l'equivalente nel nostro vocabolario. Ma negli ultimi sei anni, non di più è successa una catastrofe: morti tutti quelli dell'Accademia della Crusca, scomparsi quei poveracci della Dante Alighieri in difesa della lingua italiana, siamo stati investiti da un'onda piena di termini anglosassoni. Hanno tutti, però, un esatto corrispondente italiano: mobbing, molestie di ogni tipo; share, percentuale; audience, ascolto; on-line, in linea; New Age, nuova età; background, retroterra; borderline, al limite; Intelligence, servizi segreti; devolution, decentramento amministrativo. Perché usare parole anglosassoni, spesso incomprensibili soprattutto agli anziani, quando ci sono validissimi corrispondenti nella nostra lingua? Tutti gli usatori di questi termini maledetti se ne sono impossessati con molta fatica, studiandoli e imparando a memoria l'esatta pronuncia nelle notti insonni. Poi, quando li hanno finalmente a disposizione, li usano come feroci armi di offesa per ferire i molti disgraziati che non ne capiscono il significato.”

Paolo Villaggio, da il manifesto del 6 luglio 2012


Ad invarianza

Il nuovo parto del governo Monti è un decreto-legge recante «disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica, ad invarianza dei servizi ai cittadini».
Il testo, tra l'altro, prevede: una bella riduzione dei posti letto negli ospedali, blocco delle assunzioni e introduzione della mobilità nel pubblico impiego, tagli del 10% dei dipendenti dei ministeri, istituzione di tetti per la spesa dei farmaci e nuovi tagli strutturali per i bilanci di Regioni ed enti locali, soppressione di diversi enti di ricerca scientifica. Se leggendo vi sono venuti dubbi sul significato della parola «invarianza», rifugiatevi subito nel
dizionario Garzanti.”

alka seltzer,  da il manifesto del 7 luglio 2012



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