Oggi
sottopongo alla vostra attenzione un bel pezzo di Antonio Sparzani
Pubblicato in http://www.nazioneindiana.com/
Olimpiadi,
vecchia storia
A Olimpia sorgeva uno straordinario tempio di Zeus, contenente una statua in oro e
avorio del padre degli dèi, opera di Fidia, una delle sette meraviglie del
mondo antico.
A Olimpia per la prima volta si svolsero delle gare – forse potremmo dire tranquillamente delle feste – in quello che noi ora indichiamo come l’anno 776 prima di Cristo. Da allora le gare e i festeggiamenti crebbero sempre più, fino a diventare l’avvenimento periodico più importante di tutta l’Ellade, tanto da essere detti semplicemente Olimpiadi e da costituire da allora in poi il metodo di datazione degli avvenimenti del mondo antico sotto influenza greco-romana.
A Olimpia per la prima volta si svolsero delle gare – forse potremmo dire tranquillamente delle feste – in quello che noi ora indichiamo come l’anno 776 prima di Cristo. Da allora le gare e i festeggiamenti crebbero sempre più, fino a diventare l’avvenimento periodico più importante di tutta l’Ellade, tanto da essere detti semplicemente Olimpiadi e da costituire da allora in poi il metodo di datazione degli avvenimenti del mondo antico sotto influenza greco-romana.
Lo stabilirsi del rito delle Olimpiadi fu un processo
lungo, dapprima con valore solo locale; poi, un po’ alla volta, perfino i
Greci, litigiosi com’erano, riuscirono a trovare un accordo: le Olimpiadi
divennero un patrimonio di vita e di cultura comuni; in quei giorni si
conveniva di sospendere qualsiasi eventuale attività bellica, soprattutto per
salvaguardare e proteggere quegli atleti che dovevano recarsi a Olimpia,
attraversando eventualmente regioni nemiche, per altri dettagli, ed “eccezioni
alla regola”, guardate qui.
E così, a
partire circa dalla metà del VI secolo a.C., si instaurarono scadenze
abbastanza stabili: ogni quattro anni – al plenilunio di agosto – si svolgevano
a Olimpia i giochi più importanti, in onore di Zeus.
A partire da quella prima volta si conservò traccia scritta degli elenchi dei
vincitori nelle varie gare, e gli anni si designarono indicando il numero
dell’Olimpiade immediatamente precedente e indicando poi “in che anno si era di
quell’Olimpiade”, intendendo così, dato che nell’aritmetica greca il numero
zero non trovava posto, che, ad esempio, “l’anno 1 dell’Olimpiade II” era il
772, cioè l’anno stesso in cui si era svolta appunto l’Olimpiade seconda e
invece “l’anno 4 dell’Olimpiade II” era il 769 – che noi indicheremmo con “tre
anni dopo”: ci potrà anche sembrare strano, ma è del tutto coerente con il loro
modo di contare come 1, e non come 0, l’anno stesso dell’Olimpiade. Per questo
motivo i Greci dicevano che ogni Olimpiade si svolgeva nell’anno 5 della
precedente e alludevano a questa periodicità con la parola pentaetērikói
che vale il latino quinquennales.
Le altre
feste si svolgevano con questo schema (per notizie più dettagliate si veda qui):
ogni quattro anni, ma spostati di due anni rispetto ai giochi di Olimpia
(ovvero nell’anno 3 di ogni Olimpiade) si svolgevano a Delfi, in onore di
Apollo i giochi Pitici; ogni due anni, nell’anno 2 e nell’anno 4 di ogni
Olimpiade, si tenevano poi, in mesi diversi, a Corinto in onore di Poseidone i
giochi Istmici, e a Nemea, in Argolide, in onore di Zeus i giochi Nemei. In
qualche modo, ogni anno c’erano gare e feste.
I Giochi
persero gradualmente importanza con l’aumentare del potere romano in Grecia:
all’inizio furono mantenuti e aperti anche a Romani, Fenici, Galli e altri
popoli sottomessi (Nerone, ad esempio, aprì un’enorme edizione dei giochi a
Roma in cui tutti gli atleti dell’Impero Romano poterono partecipare, lui
compreso). Ma ecco il colpo di grazia: il Cristianesimo divenne religione di
stato, con l’immediata conseguenza che i Giochi olimpici vennero visti come una
festa “pagana”, così che nel 393 d.C., l’imperatore Teodosio I, assieme al
Vescovo di Milano Ambrogio, li vietò, ponendo fine a una storia durata oltre
mille anni. Per gli appassionati di calcoli storici, dirò che, visto che il
numero 776 è divisibile per 4 (e dà 194) la 194-esima olimpiade si svolse
nell’anno 4 a.C. e la successiva ― siccome l’anno zero non è mai esistito nei
conteggi degli storici, ma solo in quelli degli astronomi ― si è svolta
nell’anno 1 d.C., così che l’anno 393 era un anno olimpico dato che 393-1=392
che, diviso per 4 fornisce 98. Così che nel 393 si sarebbe dovuta celebrare la
293-esima olimpiade (195+98=293).
Le Olimpiadi moderne sono ricominciate nel 1896 ad Atene, per iniziativa di Pierre De Coubertin.
Le Olimpiadi moderne sono ricominciate nel 1896 ad Atene, per iniziativa di Pierre De Coubertin.
Pindaro (518
– 438 a.C.) visse nel grande periodo di ascesa dello splendore di Atene, vide e
cantò le vittorie sui Persiani, assistette alle più gloriose Olimpiadi e morì
dieci anni prima dell’infausta morte di Pericle, che segnò l’inizio dei guai
per la democrazia ateniese. Della sua immensa produzione ci rimangono quasi
soltanto gli epinici, cioè appunto i canti per celebrare la vittoria di un
atleta. I suoi epinici si dividono quindi in Olimpiche, Pitiche, Istmiche e
Nemee. Vi incollo qui la prima pagina col testo a fronte della I Olimpica,
scritta per celebrare la vittoria, nell’Olimpiade LXXVI (dunque nel 476 a.C.),
di Hieron di Siracusa con il corsiero.
Allora le Olimpiadi andavano così. Onore e gloria grandi ai vincitori, Pindaro cantava per loro, tutta la Grecia era in festa e, quasi sempre, si smetteva di combattere. Allora.
Allora le Olimpiadi andavano così. Onore e gloria grandi ai vincitori, Pindaro cantava per loro, tutta la Grecia era in festa e, quasi sempre, si smetteva di combattere. Allora.
[edizione
Garzanti, Milano 1981, traduzione e lettura critica di Luigi Lehnus; una
traduzione italiana del testo di tutte le odi olimpiche è disponibile in rete qui.]
Antonio Sparzani
27 luglio 2012 in http://www.nazioneindiana.com/
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