"Io mi sentivo sempre un suo amico; e credo che anche lui nei miei riguardi. C’era però come un’ombra tra di noi , ed era l’ombra di un malinteso. Credo che mi ritenesse alquanto – come dire? – razzista nei riguardi dell’omosessualità. E forse era vero, e forse è vero: ma non al punto da non stare dalla parte Gide contro Claudel, dalla parte di Pasolini contro gli ipocriti, i corrotti e i cretini che gliene facevano accusa. E il fatto di non essere mai riuscito a dirglielo mi è ora di pena, di rimorso. Io ero – e lo dico senza vantarmene, dolorosamente – la sola persona in Italia con cui lui potesse veramente parlare. Negli ultimi anni abbiamo pensato le stesse cose, detto le stesse cose, sofferto e pagato per le stesse cose. Eppure non siamo riusciti a parlarci, a dialogare. Non posso che mettere il torto dalla mia parte, la ragione dalla sua."
(Leonardo Sciascia, Nero su nero, Einaudi 1979)
"Io ho voluto molto bene a Pasolini e gli sono stato amico anche se, negli ultimi anni, ci siamo scritti e visti pochissimo. La prima recensione al mio primo libretto, le Favole della dittatura, l’ha scritta lui. Da allora siamo stati amici, senza mai uno screzio. Quando è morto, e morto in quel modo, mi sono sentito straziato e solo. Dicevamo quasi le stesse cose, ma io più sommessamente. Da quando non c’è più lui mi sono accorto, mi accorgo, di parlare più forte. Non mi piace, ma mi trovo involontariamente a farlo."
"Con Pasolini ero d'accordo anche quando aveva torto"
Leonardo Sciascia in una intervista televisiva del 1981 che oggi si può risentire anche in you tube:
Per saperne di più sulla questione dei rapporti tra Pasolini e Sciascia segnalo due miei saggi: LINGUA E POTERE IN PIER PAOLO PASOLINI (2011), LA SICILIA DI LEONARDO SCIASCIA (2012)
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