06 maggio 2016

PASOLINI tra cinema, musica e poesia



Pasolini. Contaminazioni: Bach borgate vangeli. Approfondimenti.
Hans Werner Henze

Comporre musica l’unica azione espressiva forse, alta, e indefinibile come le azioni della realtà.
P. P. Pasolini, Poeta delle ceneri
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Così è la musica, il comporre musicale, secondo Pier Paolo Pasolini in una delle numerose pagine della sua produzione letteraria in cui narra l’intensità dell’attrazione che i mondi del suono hanno sempre esercitato nel suo immaginario. Un’attrazione smisurata, profonda emozionante che ne ha tanto influenzate sia la poetica cinematografica sia, in un modo forse meno evidente, la narrativa e la poesia. Johann S. Bach è il compositore più amato da Pasolini, un musicista scoperto tramite Pina Kalc, amica e rifugiata anch’essa a Casarsa della Delizia negli anni della seconda guerra mondiale. Durante i loro incontri Pina esegue le Sonate e Partite per violino. Pasolini, che dal ‘36 ha iniziato lo studio dello strumento, ne rimane folgorato e a quelle pagine dedica scritti, passi autobiografici, brani dei suoi romanzi e un appassionato saggio giovanile: Studi sullo stile di Bach [1944-45] edito nel 1999 in Saggi sulla letteratura e sull’arte, Mondadori, vol. 1.

È un grande conforto scrivere di un autore senza problemi, cioè senza crisi. Ed è un conforto che proviamo soltanto nell’arte chiamata classica, dove ci accorgiamo che la scrittura era cercata con la parsimonia che una ferma dignità umana consente. Bach non ha crisi. La sua opera è tutta ad una medesima altezza, e il suo unico pericolo è l’aridità. Dal Siciliano al Preludio c’è uno spazio brevissimo, […] c’è tutta una infinita varietà di espressioni che nascono con la facilità di un frutto e con la sua stessa assolutezza. E questo è il primo elementare elogio che si può fare a Bach.
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La presenza della musica è un denominatore comune dell’esperienza di Pasolini intellettuale pittore poeta regista e scrittore. La contaminazione degli stili è sintesi espressiva della sua poetica. Pasolini concepisce il film come un’opera “multimediale” completa e che rappresenta la realtà attraverso una sintesi di mezzi e di forme di espressione assunte da altre arti. Pasolini è “uno straordinario uomo orchestra, un re Mida che dominava i materiali espressivi più eterogenei, trasformandoli al minimo contatto”.

Prima ancora di Accattone, quando pensavo genericamente di fare un film, pensavo che non avrei potuto commentarlo altrimenti che con la musica di Bach; un po’ perché è l’autore che amo di più, e un po’ perché per me la musica di Bach è la musica in sé, la musica in assoluto.
Le musiche del Vangelo le ho scelte quasi tutte prima di girarlo e molte erano quelle su cui ho pensato e costruito delle scene che ho poi girato: la Messa di Mozart, ad esempio. Altre le ho ricercate dopo, però con un’idea abbastanza precisa in testa: una specie di ecumenicità musicale del film. Come sempre si mescolano nelle mie opere – direbbe un critico stilistico – lo stile ‘sublimis’ e lo stile ‘piscatorius’. Bach rappresenta lo stile sublimis e i canti dei mendicanti negri, oppure i canti popolari russi e la messa cantata dei congolesi rappresentano lo stile piscatorius, lo stile umile.

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Se l’opera e il linguaggio letterario di Pasolini testimoniano il cambiamento della società dal dopoguerra agli anni ‘70, il mondo sonoro di Pasolini, le sue folgorazioni, gli impulsi, le analisi e il fascino passionale per la musica di Bach, Mozart, Vivaldi, per i canti popolari e gli spirituals, nella mescolanza di generi e di stili, permette di ripercorrere l’evoluzione della musica nel tempo, la sua trasformazione, le tendenze estetiche innovative che penetrano in quegli anni negli ascolti delle società in mutamento.

Eravamo ambedue giovani ci accomunava l’amore per la musica e la poesia e fra noi due nacque subito una affettuosa amicizia che si andò via via trasformando in fecondo sodalizio artistico, interrotto solo nel 1945 quando mi unii alla Orchestra Filarmonica triestina che stava per trasferirsi in blocco in Jugoslavia.
Questa musica perdona noi poveri diavoli e ci promette una nuova felicità, piange per noi con tutta l’anima. […] Colui che comprese benissimo questo nesso fu Pier Paolo Pasolini, che attorno al 1960 nel suo film Accattone che trattava della vita e della sofferenza del sottoproletariato romano, disoccupato e criminalizzato ricorse all’aiuto di musiche dalle Passioni bachiane. Muovendo dal suo punto di vista estetico e politico, aveva lo scopo di promuovere ancora una volta il messaggio protocristiano […] , di dimostrare quanto la musica di Johann Sebastian Bach fosse adatta a prendere la parola in un contesto reale del genere, e quanto irrilevante il pericolo di equivoci su questa musica o di un suo cattivo uso. Questa musica sta, c
ome il suo autore, dalla parte del popolo, degli umiliati e degli offesi, e parla la loro lingua. Tutti i martiri del mondo si possono riconoscere e ritrovare in queste richieste di soccorso e lamentazioni.
Hans Werner Henze
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Fonte:
http://www.ondiola.com/pasolini-contaminazioni-bach-borgate-vangeli-approfondimenti.html

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