09 novembre 2024

PER FORTUNA NON SI SMETTE DI LEGGERE E RILEGGERE SCIASCIA

 


A cinquant'anni dalla sua prima edizione, si parla a Siena di Todo modo di Leonardo Sciascia: venerdì 8 e sabato 9 novembre presso la Sala Sant'Ansano dell'antico ospedale del Santa Maria della Scala si terrà il XV Colloquium Leonardo Sciascia, promosso dall'Associazione degli Amici di Leonardo Sciascia, dalla Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici e dal Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali dell'Università di Siena, Dipartimento di eccellenza 2023-2027, sotto la direzione scientifica del Prof. Davide Lacagnina.
Il Colloquium si propone di indagare le pagine del romanzo nelle sue premesse coraggiose e nelle sue generose aperture, di metodo e di merito, mettendone alla prova la tenuta nella distanza storica e quindi la sua attualità nel dibattito contemporaneo, con le sue implicazioni transdisciplinari e il valore civico e pedagogico della sua rilettura: affondi di critica letteraria, storica, artistica, cinematografica, musicale si intrecceranno così con riflessioni di carattere teologico, giuridico e politologico, attraverso cui riconsiderare il testo e le sue interpretazioni, non ultima quella di Elio Petri per il grande schermo.
Siena è stata scelta come sede per il Colloquium perché sulla copertina della prima edizione Einaudi del romanzo era presente la riproduzione di un dipinto di Rutilio Manetti,Sant'Antonio Abate tentato dal diavolo, conservato a Siena, nella chiesa di sant'Agostino e, in un una copia ottocentesca, nella cappella dell'eremo di Barottoli, dove Leonardo Sciascia la scoprì in visita all'amico pittore Fabrizio Clerici, allora proprietario dell'antico casale tra Radi e Vescovado. Il dipinto di Manetti fa da Leitmotiv all'intero romanzo: gli «occhiali del diavolo» diventano allora una «tentazione necessaria» per ‘vedere e capire’, di là dalle apparenze e dai limiti del dicibile, la verità di fatti, cose, persone – o la loro aberrazione. 


Nell'occasione mi piace ricordare che Pasolini, nel gennaio del 1975, scrisse una delle sue formidabili recensioni del libro di Sciascia che merita ancora oggi di essere letta attentamente. (fv)

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