Il
14 maggio del 1912, è morto a Stoccolma lo scrittore e commediografo Johan
August Strindberg. Anche se non amo i discorsi rituali che si fanno in
occasione di simili ricorrenze, voglio cogliere l’occasione per recuperare una
bella recensione di un’opera minore dello scrittore svedese fatta, qualche mese
fa, da Paolo Di Stefano.
Strindberg e la Casta. Un apologo attuale
Ci sono anniversari che ci tormentano come zanzare e ci sono anniversari che passano inosservati. Quello del
più grande scrittore svedese, per esempio, che non è Stieg Larsson ma August
Strindberg, morto cent'anni fa e talmente moderno da anticipare alla fine
dell'Ottocento le distopie di Orwell in un romanzo breve intitolato L'Isola
della Beatitudine. E siccome questa rubrica si chiama «Il piccolo
fratello», le sarebbe difficile ignorare un racconto-apologo ambientato in una
nuova società costruita su un'isola tropicale da un gruppo di ex galeotti in
fuga su un veliero. Sulla comunità aleggiano armonia e pace; unici problemi
sono la memoria resistente del passato e le aspettative del futuro, ma quando
qualcuno scopre una bacca che cancella i ricordi sembra che la felicità sia finalmente
compiuta e realizzato il mondo ideale. È però un inganno, perché si formeranno
conflitti insanabili tra classi superiori e classi subalterne, e il sopruso
finirà per trionfare.
Il solo dissenso possibile viene affidato a un fiorire di congregazioni e
sette (la Scuola del Fustagno, la Società dei
Piccoli Volatili, il partito dei Boscimani Stolti) che denotano
un'irreversibile diffusione della stupidità di massa. Ognuno ci trovi pure le
analogie che vuole con la contemporaneità, non sarà difficile. Se la classe inferiore sapesse è il titolo sotto cui questo romanzetto
viene raccolto dalle Edizioni dell'Asino insieme ad altri scritti di
Strindberg che sono una sorta di istruzioni per l'uso dell'intelligenza a
vantaggio dei meno socialmente fortunati (a cui lo scrittore svedese, per
altro, apparteneva per nascita).
La sezione più divertente è il Piccolo catechismo per la classe
inferiore, dalla cui lettura si può
trarre ancora oggi qualche beneficio a
dimostrazione che non proprio tutto è cambiato in oltre un secolo nel rapporto
tra governanti e governati. È un catechismo che si snoda attraverso domande
a cui l'autore dà risposte magari radicali, che hanno però il pregio di essere
inequivocabili quanto spesso paradossali. Domanda:
Che cos'è la classe inferiore? Risposta: «I produttori, i governati».
Postilla: «Quelli che con le proprie mani creano cibo, vestiti, abitazioni e
combustibili sono i lavoratori, i governati». Domanda: Che cos'è la classe
superiore? Risposta: «Le sanguisughe, i governanti» (bel titolo di
un'inchiesta sarebbe Le sanguisughe dopo La casta!). Postilla:
«Governare non è un mestiere. È soltanto un'occupazione, quasi nemmeno quella.
Pensate alle perenni partite di caccia, ai balli, ai viaggi e ad altri
passatempi segreti dei reali». Strindberg era un ateo mangiapreti (la religione
è per lui un'invenzione dei potenti che agisce sui più deboli come paura e
consolazione), ma soprattutto odiava la politica, considerandola una «pratica
illecita»: «Tutto il lavoro del
Parlamento mira a scovare chi dovrà essere tassato».
6 marzo 2012
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