02 maggio 2012

SUL RITORNO DEI BARBARI...



Dal momento che, con sempre maggiore frequenza, da più parti, si torna a parlare di BARBARI, può essere utile ricordare una celebre poesia di Konstantinos Petrou Kavafis,  che aiuta a capire, meglio di tanti discorsi, a cosa servono i barbari.

Aspettando i barbari

«Sull’agorà, qui in folla, chi attendiamo?»
«I Barbari che devono arrivare»
«E perché i senatori non si muovono?
Che aspettano per legiferare?»
«E’ che devono giungere, oggi, i barbari.
Perché dettare leggi? Appena giunti
i Barbari, sarà compito loro».
«Perché l’Imperatore si è levato
di buon’ora ed è fermo sull’ingresso
con la corona in testa?»
«E’ che i Barbari devono arrivare
e anche l’Imperatore sta ad attenderli
per riceverne il Duce; e tiene in mano
tanto di pergamena con la quale
gli offre titoli e onori».
«E perché mai
sono usciti i due consoli e i pretori
in toghe rosse e ricamate? e portano
anelli tempestati di smeraldi,
braccialetti e ametiste?»
«E’ che vengono i Barbari e che queste
cose li sbalordiscono».
«E perché gli oratori non son qui, come d’uso,
a parlare, ad esprimere pareri?»
«E’ che giungono i Barbari, e non vogliono
sentire tante chiacchiere»
«E perché
tutti son nervosi? (I volti intorno
si fanno gravi). Perché piazze e strade
si vuotano ed ognuno torna a casa?»
«E’ che fa buio e i Barbari non vengono,
e chi arriva di là della frontiera
dice che non ce n’è più neppur l’ombra»
«E ora che faremo senza i Barbari?
(Era una soluzione come un’altra,
dopo tutto…)».
 KAVAFIS,  traduzione dal greco di Eugenio Montale


1 commento:

  1. la chiusa “loro erano una soluzione” soprattutto. epitaffio lapidario sulla morte della politica. inevitabile chiosare che anche in tempi moderni, “barbari” allegorici s’aggirano per l’europa: è il nuovo che avanza? è il vecchio che ritorna? chissà… forse è soltanto un “waiting for godot” ante-litteram. resta il fatto che questa è una poesia senza tempo e che l’animo umano è per sua natura incline a confidare in soluzioni calate dall’alto piuttosto che a rimboccarsi le maniche. un declinare le proprie responsabilità abdicando al destino. mi ha fatto tornare alla mente il fatto che qualche mese fa berlusconi e negli ultimi tempi monti abbiano additato i “barbari coi colletti bianchi” della bce come invisibile guida spirituale (“ce lo chiede l’europa”) dell’azione politica. barbari coi colletti bianchi?!? surreale. o forse no…

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