L’altro giorno
abbiamo pubblicato un lungo intervento del procuratore Roberto Scarpinato che
prendeva le distanze dalle commemorazioni retoriche delle stragi che hanno
sconvolto l’Italia. Oggi diamo la prima pagina ad un breve, lucido commento di
Grazia Messina che, oltre a riassumere efficacemente il pensiero del
procuratore, pone domande che scuotono e fanno pensare:
Una riflessione amarissima, quella del procuratore Scarpinato,
tanto amara quanto necessaria. Di fronte alle varie, spesso retoriche,
celebrazioni che in questi giorni del ventennale della strage di Capaci stanno
accompagnando immagini, documentari, interviste, la sensazione che tanti
"misteri" si annidino dietro apparenti successi tanto da non venire a
capo di nulla, è sempre più presente. C'è stata, e c'è ancora, nello Stato
malato che dice di rappresentarci, l'intenzione di eliminare gli ostacoli al
potere di alcuni e poi di depistare le indagini, si avviano discutibili trattative
con ancor più discutibili uomini del potere, lecito ed illecito (il confine
talvolta non esiste, si confonde). Con il rischio, ammette Scarpinato, di
arrivare a negare persino l'esistenza della mafia. "La Germania ha fatto i
conti col nazismo. L'Italia non ha mai fatto i conti col fascismo, le stragi,
l'alta mafia", commenta il procuratore tirando le somme con la realtà dei
fatti. Ecco perchè tutto ritorna: non abbiamo coscienza civile dell'errore, del
danno, del torto, del dolore. Come procedere?
Grazia Messina
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