"UNA DONNA DI PERICOLOSA INTELLIGENZA"
Lou Andreas-Salomé è
teatrale e seducente. In gioventù è stata molto bella, con una
fronte alta, una bocca generosa, lineamenti forti e un aspetto
sensuale.
All’inizio degli anni ottanta è stata amica intima di
Nietzsche — quanto intima non sapremo mai perché lei ha
tenacemente frustrato qualsiasi indagine in quella parte della sua
vita - e diventerà poi amica intima di Rilke e di altri uomini
illustri.
Nel 1887 ha sposato Friedrich Cari Andreas, un orientalista
che insegna a Göttingen, dove anche lei si stabilirà. Ma,
emancipata dalle pastoie borghesi, Lou prende i suoi amanti dove e
quando vuole. Quando incontra Freud, al congresso di Weimar del 1911,
al quale partecipa come compagna dello psicoanalista svedese Poul
Bjerre, Lou Andreas-Salomé ha cinquant’anni, ed è ancora graziosa
e attraente. La sua voglia di uomini, soprattutto di uomini in vista,
è intatta.
Una volta Freud chiama
affettuosamente Lou Andreas-Salomé la “musa . Ma Frau Lou”, come
a lei piace essere chiamata, è assai più della donna compiacente
che svolge un ruolo di sostegno per il genio: è una fertile
letterata nei suoi pieni diritti, dotata di un’intelligenza
impressionante anche se eccentrica e di una altrettanto
impressionante capacità di assorbire le idee nuove.
Una volta
accostatasi al pensiero freudiano, legge da capo a fondo i suoi
scritti; Abraham, che la conosce a Berlino nella primavera del 1912,
dirà a Freud di non essersi mai “imbattuto in precedenza in una
tale comprensione della psicoanalisi”. Sei mesi dopo, Freud
annuncia con piacere una richiesta di “Frau Lou Andreas-Salomé,
che desidera venire per alcuni mesi a Vienna unicamente per studiare
psicoanalisi”. Come preannunciato, in autunno Lou Andreas-Salomé
invade Vienna per trascorrervi l’inverno, e parte senza indugi alla
conquista dell’ambiente psicoanalitico.
Già alla fine di ottobre,
Freud rende tributo alla sua prorompente presenza definendola “una
donna di pericolosa intelligenza”. Pochi mesi dopo, Freud
riconoscerà, con minore frivolezza, che “i suoi interessi sono m
effetti di natura puramente intellettuale. È una donna molto
notevole". Ed è un verdetto che Freud non si trova mai costretto a
rivedere.
I verbali della Società
psicoanalitica di Vienna, che Frau Lou frequenta regolarmente,
segnalano per la prima volta la sua presenza il 30 ottobre, la
settimana prima, Hugo Heller ha letto una relazione su “Lou
Andreas-Salomé scrittrice”. La misura di quanto rapidamente e
perfettamente ella si ambienti nel circolo viennese ci è data dal
fatto che, a partire dal 27 novembre, Otto Rank la segnala tra i
presenti semplicemente come Lou. Non tutti i coinvolgimenti viennesi
sono puramente intellettuali: per un certo tempo ha una relazione con
Tausk, molto più giovane di lei, che esercita un grande fascino
sulle donne. E inizialmente il suo impegno con Freud non è assoluto:
nei primi tempi del suo soggiorno viennese, Lou si balocca con le
idee di Adler, già allora considerate sospette in campo freudiano.
Ma Freud la conquista: nel novembre del 1912 Freud nota la sua
assenza a una delle conferenze del sabato e la lusinga dicendoglielo.
Con anno nuovo, i due si scambiano le fotografie, e prima che Lou
lasci Vienna, al principio della primavera del 1913, Freud l’avrà
invitata varie volte al numero 19 della Berggasse. A giudicare dal
diario di Lou, queste domeniche rappresentano occasioni felici: Frau
Lou non detiene il monopolio, nel dispiegamento delle arti della
seduzione. Eppure questa visitatrice cosi assiduamente ricercata
piace davvero, a Freud: e gli piacerà sempre più con il passare
degli anni quando, avendo iniziato a esercitare la psicoanalisi a
Göttingen, Lou Andreas-Salomé continuerà a mantenersi in contatto
con Freud attraverso affettuose lettere.
Da PETER GAY, Freud, una vita per
i nostri tempi, Bompiani 1988
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