28 luglio 2018

OCCUPARSI DI MORALE CON B. BRECHT






Dell'occuparsi di morale 

Bertolt Brecht


Me-ti. Il libro delle svolte di Brecht nella sua prima edizione in tedesco fu pubblicato postumo nel 1965, ma risaliva agli anni 30.
Brecht finge di tradurre dal cinese un antico filosofo taoista, Me-ti appunto, il maestro che insegna la Grande Dottrina (il marxismo) in brevi e brevissimi apologhi e che personifica il Brecht pensatore. Spesso questi dialoga con Kin-jeh, anch'egli proiezione dell'autore, ma come scrittore e individuo empirico. Nel libro compaiono riferimenti a filosofi e capi politici, da Hegel a Lenin, da Trotzky a Stalin, individuati da pseudonimi.
Il brano qui “postato” è ripreso da un “Quaderni piacentini” del 66, che pubblicò un'anticipazione del volume in preparazione da Einaudi, per la traduzione e curatela di Cesare Cases. Il libro uscì solo nel 1970. (S.L.L.)

Ci sono poche occupazioni, disse Me-ti, che danneggiano la morale di un uomo tanto quanto l'occuparsi di morale. 
Sento dire: “Bisogna amare la verità, bisogna mantenere le promesse fatte, bisogna lottare per il bene. Ma gli alberi non dicono: “Bisogna essere verdi, bisogna lasciar cadere verticalmente i frutti al suolo, bisogna frusciare con le foglie quando ci passa il vento”.

Quaderni piacentini, n.28, settembre 1966

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