26 novembre 2021

L'EFFETTO WOW DESCRITTO DA ARIANNA BONINO

 

Domenico Remps

Natura morta a inganno (Scarabattolo)”, seconda metà del XVII secolo.

Firenze, Opificio delle Pietre Dure.


EFFETTO WOW!

Se c’è una cosa che ha attraversato indenne i secoli è il bisogno di stupire gli altri, attitudine propria e peculiare dell’essere umano.

Anche il collezionismo è fenomeno umano antichissimo ( e che si struttura già nell’antica Grecia).

Di frequente le due cose

1) raccogliere oggetti di particolare valore o stravaganza e

2) esibirli, mostrarli per suscitare stupore e meraviglia

vanno perfettamente a braccetto.

Sì, perché c’è un’altra tendenza che pare tipica sempre dell’essere umano e che risponde specularmente alle prime: la curiosità, il desiderio di sapere e, forse, un certo “voyeurismo antropologico” rivolto alle stravaganze, alle stranezze, alle bizzarrie, fossero anche un po’ mostruose. Anzi, tanto meglio se lo sono, diciamocelo.

Nel 1600 la bacheca di Facebook non esisteva ancora, ma la voglia di sapere, di curiosare e di mostrare invece c’erano già.

Come fare? Allora: i più fortunati allestivano una “Wunderkammer”, una camera delle meraviglie o gabinetto delle curiosità, in cui conservare appunto oggetti, stranezze botaniche e animali, manufatti stravaganti, unicità bizzarre e stupefacenti.

E tutte queste meraviglie avevano bisogno di teche e bacheche dove essere conservate e, perché no, appunto all’uopo mostrate.

Lo “scarabattolo” è uno stipo in legno e cristalli che chiude o protegge tali universalità curiose e preziose.

C’è uno scarabattolo più speciale degli altri al mondo ed è quello dipinto da Domenico Remps.

Chi era? Ecco, di lui si sa poco: tedesco che, come molti altri artisti dell’epoca, si trasferisce in Italia, precisamente nella meravigliosa Venezia, in cerca di commissioni, oltre che di ispirazione artistica.

A lui fu commissionata l’opera per la quale lo ricordiamo. Gli fu commissionata probabilmente dal marchese Francesco di Cosimo Riccardi, maggiordomo maggiore del granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici.

E fu così che non solo nacque il più sorprendente dipinto ad olio trompe-d’oeil del Barocco, ma è anche grazie allo “Scarabattolo” di Remps che abbiamo dettagli sulla collezione medicea di “naturalia e artificialia” dell’epoca: vi sono rappresentati, tra gli altri, un termometro ad alcool, una pistola, bronzetti, cammei, un orologio da tasca, oggetti in avorio tornito, minerali, scarabei, una lettera manoscritta infilata in un’anta a vetri della teca, un calamaio, penne d’oca, medaglie, uno strumento scientifico in vetro soffiato, una lente, uno specchio sferico, conchiglie e un cranio umano con un corallo rosso alla sua sommità. Cranio ad oggi ancora conservato nella wunderkammer del museo di storia naturale dell’Università di Pisa.

Lo “Scarabattolo” di Remps invece si trova oggi all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

E anche Domenico Remps evidentemente aveva desiderio di stupire, un po’ come tutti noi. E ci riesce, con questa incredibile opera che magnetizza con il suo iperrealismo e che schiude allo sguardo tante deliziose stranezze, bellezze e pezzi unici.

Una bacheca. Il dipinto di una bacheca. Così realistico che ci sembra di toccarli quegli oggetti, di averli davvero visti.

Una bacheca. No, il dipinto di una bacheca. No, no: l’immagine del dipinto di una bacheca.

Qui, in questa bacheca.

Che è anche lei un’immagine.

D’altronde, “Scarabattolo” è solo un nickname: “Natura morta a inganno”, questo il primo nome dell’opera.

Ecco, ce l’ha anche detto, no?


ARIANNA BONINO



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