Non esisteva nessun altro in Italia capace di svelare la verità come la svelavi tu, capace di farci pensare come ci facevi pensare tu.
Perché #Pasolini disturba ancora?
"Non c’è nessun poeta a lui coetaneo, in Italia, che sia stato poeta più di Pasolini, cioè più generoso, e anche geniale. Basterebbe, per negare a nostra volta la negazione accademica, prendere La poesia della tradizione (1971), che è uno dei testi più importanti per capire lo scacco culturale della generazione del ’68, la sua inettitudine alla poesia, al rapporto tra sentire e ideologia... A un ragazzo (1957) parla della memoria esistenziale dentro la storia, ed è uno dei più bei testi sulla delusione della Resistenza. Una disperata vitalità (1964) è un film-documento metrico sulla crisi della sinistra e di un poeta rivoluzionario, dentro il boom italiano. Le ceneri di Gramsci, La religione del mio tempo, tutte le poesie friulane, di gioia e di guerra, ci offrono la vera svolta (come fu per Leopardi) della poesia italiana antisimbolistica, che già aveva dato Saba e Penna."
Gianni D’Elia "Perché Pasolini disturba ancora?" in "L'Unità" martedì 5 giugno 2001, p.26
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