"Tutti i più ridicoli
fantasticatori che nei loro nascondigli di geni incompresi fanno scoperte
strabilianti e definitive, si precipitano su ogni movimento nuovo persuasi di
poter spacciare le loro fanfaluche.
D'altronde ogni collasso porta con sé disordine intellettuale e
morale. Bisogna creare uomini sobri, pazienti, che non disperino
dinnanzi ai peggiori errori e non si esaltino ad ogni sciocchezza".
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“il pericolo di non vivacità morale è rappresentato dalla teoria fatalistica (…) per cui tutto è giustificato dall’ambiente sociale. Ogni senso di responsabilità individuale si viene così ad ottundere e ogni responsabilità singola è annegata in una astratta e irreperibile responsabilità sociale. Se questo concetto fosse vero, il mondo e la storia sarebbero sempre immobili. Se, infatti, l’individuo, per cambiare, ha bisogno che tutta la società sia cambiata prima di lui, meccanicamente, per chissà quale forza extraumana, nessun cambiamento avverrebbe mai”.
Antonio Gramsci, Quaderni del carcere.
*Rimando al mio saggio “ EREDITA’ DISSIPATE Gramsci Pasolini
Sciascia”, Diogene Multimedia Editore, Bologna 2023 (II edizione) per vedere i
luoghi precisi in cui Gramsci in carcere scrive queste riflessioni e il
contesto in cui si trovano. (fv)
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