31 ottobre 2023

LA GRANDE CULTURA TEDESCA DI ELIAS CANETTI

 



L’EBREO SEFARDITA, COSMOPOLITA ELIAS CANETTI,
NON CEDETTE ALL’ODIO NEANCHE QUANDO
LE BOMBE DELLA LUFTWAFFE CADEVANO SU LONDRA

Così Susan Sontag in un bel saggio su Canetti, “La mente come passione”, apparso sulla “New York Review of Books” nel settembre 1980 (bisogna precisare che il saggio era già apparso in Italia nel 2005 nella “Lettera internazionale”, n. 86, col discutibile titolo, “Canetti, antihegeliano, antimarxista antifreudiano”), e che ora viene pubblicato nella bella raccolta dei brillanti saggi di Susan Sontag, “Sotto il segno di Saturno” (Nottetempo, 2023). Il libro, oltre al saggio su Canetti, analizza criticamente il pensiero di grandi, importanti autori “melanconici” della modernità come Antonin Artaud, Walter Benjamin, Roland Barthes, Paul Goodman, Hans Jürgen Syberberg.
Scrive Susan Sontag:
“Che il tedesco sia diventato la lingua del suo spirito è una conferma dello sradicamento di Canetti. I reverenti omaggi all’ispirazione goethiana, annotati nel quaderno di appunti mentre le bombe della Luftwaffe cadevano su Londra (“Se nonostante tutto dovessi restare in vita, lo dovrei a Goethe”), attestano quella fedeltà alla cultura tedesca che lo avrebbe sempre reso uno straniero in Inghilterra – dove ha ormai trascorso più di metà della propria vita – e che Canetti, benché ebreo, ha l’oneroso privilegio di considerare la più nobile forma di cosmopolitismo. Continuerà a scrivere in tedesco, nota in un appunto del 1944, “precisamente perché è ebreo”. Con questa decisione, non condivisa dalla maggior parte degli intellettuali ebrei in fuga da Hitler, Canetti scelse di non lasciarsi contaminare dall’ odio e di restare un riconoscente figlio della cultura tedesca, intenzionato a fornire il proprio contributo affinché fosse ancora degna di ammirazione. E così è stato” (Susan Sontag, “Sotto il segno di Saturno”, Nottetempo, 2023, p.182).

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