Settembre 1966. Pier Paolo #Pasolini si trova a New York per la sua partecipazione al New York Film Festival insieme ad Agnes Vardà e altre personalità del cinema. Prima di partire per l'Italia la giornalista Oriana Fallaci incontra Pasolini. Da questa conversazione nasce una bellissima intervista in cui il poeta fa una lucidissima analisi sulla realtà americana ed europea del momento.
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"Eccolo che arriva: piccolo, fragile, consumato dai suoi mille desideri, dalle sue mille disperazioni, amarezze, e vestito come il ragazzo di un college. Sai quei tipi svelti, sportivi, che giocano a baseball e fanno l’amore nelle automobili. Pullover nocciola, con la tasca di cuoio all’altezza del cuore, pantaloni in velluto a coste nocciola, un po’ stretti, scarpe di camoscio con la gomma sotto. Non dimostra davvero i quarantaquattr’anni che ha. Per ritrovarli, quei quarantaquattr’anni, deve andare verso la finestra dove la luce si abbatte spietata sul viso e schiaffeggia quegli occhi lucidi, dolorosi, quelle guance scarne, appassite, la pelle tesa agli zigomi fino a rivelare il suo teschio. Per la stanchezza, suppongo [...] È venuto per il festival cinematografico, vi davano due dei suoi film. Sono proprio curiosa di saper se l’America piace a questo marxista convinto, a questo cristiano arrabbiato, insomma a Pasolini."
"Un marxista a New York", in "L’Europeo" n. 42, 13 ottobre 1966, ora in "Pier Paolo Pasolini, Saggi sulla politica e sulla società", Milano, I Meridiani Mondadori, 1999, p. 1597.
Pier Paolo Pasolini a New York, settembre 1966 © Duilio Pallottelli/ RCS/Tutti i diritti riservati. la foto ha fatto parte della mostra Pier Paolo Pasolini. Sotto gli occhi del mondo nella sede di Villa Manin.
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