LA NAUSEA DI DANILO DOLCI
Ripropongo
l’ affresco di Ettore de Conciliis che
dominava una parete dell'Auditorium del "Borgo di Dio" ( così Danilo
chiamava il Centro di Formazione di Trappeto dove ho trascorso due degli
anni più belli della mia vita). L’affresco
raffigura un potente uomo politico degli anni sessanta del Novecento con cui si scontrò Danilo Dolci
dopo la pubblicazione del libro, scomparso dalla circolazione, “Chi gioca solo”, Einaudi 1965.
Per
questo libro di denuncia del “sistema di potere clientelare-mafioso” che
regnava in Sicilia, Danilo passò i guai. Querelato per diffamazione, venne
condannato nei tre gradi di giudizio perché i testi convocati non confermarono
le accuse contenute nel libro.
Danilo
rimase sconvolto dalla condanna giudiziaria che non si aspettava. La sentenza
definitiva la ricevette proprio negli stessi giorni in cui scrisse questa
poesia:
Vince chi
resiste alla nausea
vince chi
perde meno,
chi non ha da
perdere
vince chi
resiste alla tentazione di evadere,
chi resiste
alle infinite tentazioni
di suicidarsi
vince chi
cerca non smarrire
il senso della
direzione
vince chi non
s'illude
Danilo Dolci, Il Dio
delle zecche, Oscar Mondadori 1976
L' affresco di Ettore de Concilis raffigura un potente uomo politico degli
anni 60 del 900 con cui si scontrò Danilo Dolci. L'affresco dominava una parete
dell'Auditorium del "Borgo di Dio" ( così Danilo chiamava il Centro
di Formazione di Trappeto dove ho trascorso due degli anni più belli della
mia vita) . Non so che fine abbia fatto l'affresco dopo anni di abbandono del
Borgo ...
Neanche io so più. Gli affreschi sono stati abbandonati per anni alle
intemperie, all'incuria e agli oltraggi di qualche balordo che li ha sporcati
con vernice nera. se con iol restauro del Borgo sono stati ripresi non lo so,
ma c'è gente che lo sa. Quanto all'identità del politico democristiano
siciliano che rappresentava il potere in Sicilia, non ci vuole molto a capire
di chi si tratta. Di nome si chiamava Bernardo.
Ecco lo stato del murales alla data di Luglio 2023. L'auditorium risulta in
grave stato di abbandono e contiene il tavolo circolare dei tanti incontri
maieutici di Danilo, divenuto un simbolo. Anche questo si sta perdendo del
tutto ed è quasi distrutto.
Grazie amici cari.
Grande figura, Danilo Dolce, un utopista col dono della concretezza: chi lo
ha conosciuto, come te Francesco Virga , ha
potuto apprezzarlo e coglierne anche i difetti comuni a tutti, anche ai
migliori. Quanto al poeta, meglio sorvolare: per banalità gli si può
accostare Franco Arminio, che però è solo un furbo verseggiatore esperto di
marketing
Nino Cangemi . Mi
dispiace quando ci si improvvisa critici letterari senza averne gli strumenti.
Danilo Dolci è una delle voci più importanti della poesia del secondo
Novecento,anzi non giustamente considerato. Stimato dalla critica ma anche da
grandi poeti come Maria Luisa Spaziani e, soprattutto,Mario Luzi coi quali
condivide l'edizione di una rivista di poesia. Cerca e leggi un breve saggio di
Luzi dal titolo "Reiterandon su Danilo" e capirai meglio. Ma
soprattutto leggi tutte le raccolte dal 1978 in poi senza superficialità.
Danilo fu prima che altro,essenzialmente un poeta. Inizia a leggere "In
questo frammento di galassia" e avrai un'idea un po' diversa. Buon lavoro.
Giuseppe Cipolla ,
innanzitutto una doverosa precisazione: non sono un critico letterario: non ne
avrei, come lei dice e approvo, "gli strumenti".Ciò non mi impedisce
di leggere poesie e di formulare giudizi (anche trancianti) , nei limiti
s'intende del mio bagaglio culturale e della mia sensibilità estetica. Né
i giudizi, o le impressioni, di chi non è "laureato" (per dirla con
Montale) critico letterario meritano di essere censurati a priori. Se così
fosse potrebbero parlare di poesia, e di letteratura in genere, solo i docenti
universitari abilitati alla critica e nemmeno i poeti stessi. Detto ciò, e
fermo restando un inevitabile livello di soggettività nella sensibilità
poetica, nelle antologie di critica letteraria del novecento (comprensive anche
del secondo novecento) che possiedo non trovo Danilo Dolci. Ne cito tre, tra le
altre: Storia della letteratura del Novecento di Spagnoletti, Poeti italiani
del Novecento a cura di Pier Vincenzo Merigaldo, Storia del Novecento in Italia
di Elio Gianola. Se mi permette, comunque, anche perché sono tutto meno che un
critico letterario, non seguirò il suo consiglio: se vorrò approfondire poeti
del secondo novecento, lo farò con chi è più appetibile alla mia cultura e
sensibilità letteraria refrattaria a ogni parvenza di retorica. Una buona
giornata.
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