Kiyohara Tama, "La notte
dell'Ascensione", ovvero "La benedizione degli animali", olio su
tela, Museo Pitrè, Palermo
“Tutti vogliono far entrare nell’acqua gli animali – scriveva con tratto realistico il Salomone Marino – a mondarli e guarirli da reali o supposte infermità. E qui, alla incerta luce notturna, la confusione attinge il colmo; tanto più che gli animali sono restii a quel freddo insolito bagno e ricalcitrano e fuggono, mentre i padroni ve li spingono a forza in tutti i modi, per diritto, di sbieco, a ritroso, cavalcandoli, tirandoli, spingendoli, sollevandoli di peso” .
Pitrè, Salomone Marino e Ignazio Buttitta scrivono della credenza, alquanto diffusa in Sicilia, che a mezzanotte in punto l’acqua del mare diventasse miracolosamente dolce, acquistando proprietà terapeutiche. In quel preciso istante in cui Gesù saliva al cielo, orde di gente, che si erano accampate già da tempo sulle spiagge, si riversavano in mare, sperando, con fede incrollabile, in una pronta guarigione. Se il miracolo non avveniva, pazienza, voleva dire che non ci si era immersi all’ora giusta.
Prima di andare a letto, inoltre, si mettevano sul balcone un recipiente pieno d'acqua con petali di rose, insieme ad un orciolo, anch'esso ricolmo. L'indomani mattina tutta quell'acqua era benedetta e serviva sia per bere che per lavarsi la faccia: in tal modo, veniva assicurato, si restava benedetti per tutto l'anno.
Secondo la saggezza popolare, era opportuno purificare anche gli animali perché da loro dipendeva la sopravvivenza dell’uomo.
Nessun commento:
Posta un commento